EXCALIBUR 77 - marzo 2014
in questo numero

Liberarsi della dittatura europea

Un nuovo attualissimo lavoro della saggista Monia Benini

di Gianni Dessì
Monia Benini, "Liberarsi dalla Dittatura Europea"
«Fuor di metafora, questa oligarchia europea sta coscientemente trasformando i cittadini europei in sudditi, giocando proprio su quelle divisioni e rivalità che l'unione avrebbe dovuto superare. Sudditi poveri e poverissimi al sud, sudditi ricchi al nord. Popoli senza più alcuna forza morale, senza più identità che non sia quella di plastica forgiata per vendere meglio le merci prodotte. Come spesso accade, le oligarchie sono destinate a essere sconfitte dall'anima dei popoli, la cui prima arma è l'informazione» (M. Benini).
Presso il Cis di Cagliari, si è tenuta l'interessante presentazione dell'ultima fatica letteraria di Monia Benini, scrittrice, politica e saggista emergente, giunta al suo quarto lavoro dal titolo "Liberarsi dalla Dittatura Europea".
Si tratta di un argomento attuale e scottante, i cui effetti ci stanno toccando drammaticamente da vicino. La sala è gremita e l'attenzione è alta per tutta la sua durata.
Il sottotitolo del libro, "Quando i cittadini conosceranno i veri scopi dell'unione e i metodi utilizzati per raggiungerli, quest'Europa si scioglierà come neve al sole", è la traccia sulla quale si sviluppa il dibattito in sala e dalla quale Monia prende le mosse per la ricostruzione della vera storia dell'Unione Europea.
Una ricostruzione dettagliata, con dovizia di dati e particolari, che vengono arricchiti e integrati dalla preziosa presenza dell'ex Senatore Fernando Rossi (oggi portavoce del Movimento Per il Bene Comune), che non fa mancare il suo contributo, tagliente e fuori dagli schemi. Veri e propri spaccati di conoscenza ed esperienza parlamentare, risultati particolarmente importanti nella comprensione delle reali dinamiche istituzionali e delle manovre di palazzo. Tanto sconosciute all'ignaro cittadino quanto indispensabili nella comprensione degli eventi.
Comincia ad apparire evidente a molti come il sogno dell'Europa Unita, l'Europa dei Popoli, si sia lentamente dissolto, per lasciare il posto a una ben più concreta Unione Europea, mera espressione di una ristretta oligarchia di potentati burocratico-finanziari e lobbistici, totalmente avulsa dall'interesse dei popoli che la compongono.
«Stiamo parlando di un vero Leviatano, un mostro economico che sta lentamente svuotando gli stati membri di ogni prerogativa e sovranità nazionale».
Nulla viene più determinato dai cittadini, nemmeno la nomina dei governi stessi. Gli stati Nazionali sono ostaggio del debito (creato ad arte) e dei mercati finanziari, utilizzati come vero e proprio Cavallo di Troia per arrivare a piegarne la resistenza e costringerli a cedere sacche sempre crescenti di sovranità.
L'analisi storico-politica parte dal Piano Marshall del 1948, «il piano ci diede aiuti a fondo perduto, ma principalmente un cospicuo ammontare di prestiti (con relativi interessi a debito) a lungo termine che consentirono agli stati europei di finanziare gli acquisti negli USA», per arrivare al trattato di Maastricht e il Patto di crescita e di Stabilità, che «rappresentano il culmine di tale strategia, dove gli Stati sono svuotati e assoggettati ai mercati privati»; il tutto attraversando le diverse fasi evolutive dell'Unione, dall'Ocee alla Cee, senza trascurare un'attenta analisi della Banca Centrale Europea: «costituita come un soggetto politicamente indipendente dall'Ue e dai Paesi membri, la Bce si configura giuridicamente, pertanto, come un soggetto sovrano extraterritoriale».
I vertici della Bce, come quelli delle altre istituzioni europee dotate di potere decisionale concreto, non sono eletti dai cittadini, né sono sottoposti ad alcun tipo di controllo da parte degli elettori.
«Andiamo a votare ogni cinque anni per un Europarlamento che ha funzioni prevalenti di carattere consultivo: si esprime con pareri su documenti redatti e presentati dal Consiglio e dalla Commissione Europea, ma chi decide in concreto sono queste ultime» e ancora, afferma Monia con decisione, «siamo governati da istituzioni nominate e non elette, distinte e distanti da qualsivoglia forma di democrazia, sia che intendiate questo concetto come governo del popolo sia che, ancor più, immaginiate il popolo al potere».
Il linguaggio è semplice e chiaro e gli argomenti scorrono veloci e comprensibili a tutti.
La politica monetaria, cardine della sovranità statuale, è competenza ormai esclusiva della Bce, che si configura «come espressione diretta delle banche private» - oggi azionisti di maggioranza delle Banche Centrali Nazionali - e che emette moneta e incassa i relativi proventi da signoraggio. Stessa cosa si può affermare per la politica economica, imposta "de facto" dalla Commissione Europea e dalla stessa Bce, quando non direttamente attuata dalla famigerata "troika" (versione allargata anche al Fmi), mediante il commissariamento dei governi nazionali e la loro sostituzione con tecnocrati del mondo finanziario.
Non sfuggono allo scippo della sovranità nemmeno le politiche agricole, industriali, alimentari, della pesca e sociali, decise da lobbisti e multinazionali. In alcuni casi, appositamente riuniti in organismi stabili come l'European Round Table (Ert), «un gruppo di vertici dirigenziali delle quarantacinque maggiori compagnie europee dei settori industriali e tecnologici, che spinge le istituzioni europee ad attuare le politiche che tali multinazionali raccomandano».
Last, but not least, le politiche estere - letteralmente appaltate agli Usa - e la recente super polizia europea: la misteriosa Eurogendfor del Trattato di Valsen, dotata di compiti speciali e sovranazionali (anche l'antisommossa in tutti i paesi membri) e direttamente dipendente dalla Commissione Europea. Non giudicabile e punibile, come non visionabili i suoi atti e giustificabili le sue attività, dai sistemi giudiziari e dalle polizie nazionali.
È superfluo sottolineare che il costo delle sue politiche e imposizioni, le stanno pagando carissime solo i cittadini, ridotti a mere espressioni numeriche e vere e proprie "mucche da mungere". Tasse, imposte, svendita del patrimonio pubblico e dei servizi. Disoccupazione e crollo della qualità della vita, fino a crescenti sacche di povertà assoluta, sono il risultato tangibile di questa subdola dittatura.
A terminare il fosco quadro disegnato, l'analisi delle numerose sigle di trattati vincolanti, firmati spesso in maniera bipartisan dal parlamento, di cui il cittadino è totalmente tenuto all'oscuro: Esm, Ela, Fiscal Compact, Ttpi. Tutti acronimi in lingua inglese, ideati ad hoc per non essere compresi e intellegibili. Il tutto ben occultato dai media compiacenti e direttamente controllati.
In chiusura, si è trattato di una conferenza di alto livello informativo, una vera e propria ventata di libertà d'informazione, aldilà di schieramenti e ideologie politiche. Un momento di analisi e conoscenza per tutti, che deve costringerci a riflettere seriamente sulla drammatica situazione attuale, prima che questa possa diventare irreversibile.
«Quando economie dissimili decidono di condividere la stessa moneta, i paesi ricchi diventano creditori e produttori netti e i paesi poveri debitori e consumatori netti. Guarda caso questo è anche l'effetto prodotto dalla colonizzazione, assimilabile in qualche modo all'Unione economica e Monetaria Europea» (L. Napoleoni).
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