EXCALIBUR 88 - ottobre 2015
nello Speciale...

Nascita dell'Isis (ora Daesh)

Un'organizzazione anche militare
L'Isi è nato da Al Quaeda. Porta avanti anche il suo progetto di dominio territoriale che doveva realizzarsi, per primo, in Iraq e Afghanistan. Quando gli Stati Uniti rovesciarono Saddam Hussein, i seguaci dello sceicco Bin Laden accorsero da ogni parte per formare un regno islamico.
Oggi lo stato islamico occupa uno spazio più grande della Gran Bretagna e ha un centro, Rakka, ove sono i ministeri, sia pure non in forma stabile. Esistono dipartimenti distinti e operanti. La Chiesa degli Armeni è stata trasformata in ufficio. L'area è profondamente incuneata nella Siria e nell'Iraq.
Paradossalmente, si badi, non è stata attaccata dalle forze saudite, di certo le meglio armate nella regione, a parte Israele.
Si calcola che Isi disponga di 100.000 uomini, 30.000 vengono dall'estero, principalmente dall'Europa. A Rakka, lo stato islamico organizza la raccolta delle tasse e paga dipendenti e soldati. Ha reso noto anche il suo bilancio nel 2015: 250.000.000 di dollari. È paradossale che possa farlo senza la protezione di una grande potenza. Dunque, il puritanesimo islamico non è un moto debole di una piccola setta senza strumenti o risorse strategiche. Al contrario, è in grado di impegnare ingenti risorse militari e competere con gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Nato in Iraq e Afghanistan, anche se in una guerra non convenzionale.
L'Islam è una religione universale. Né nazionale né territoriale e ha quindi un richiamo molto vasto e profondo. L'attacco dell'11 settembre è la configurazione tipico-ideale di questa politica religiosa rivoluzionaria. È un messaggio rivolto dall'Islam non solo ai nemici, ma soprattutto all'immenso popolo escluso dai privilegi. È un messaggio ad agire e colpire, a cambiare le sorti del mondo col sangue.
L'apparente scomparsa di Al Qaeda e la morte di Bin Laden non segnano la fine dell'impeto rivoluzionario. L'idea della rivoluzione globale e della conquista dell'Occidente, l'assalto alle Chiese, la minaccia lanciata contro il Vaticano, tendono a unire, non a dividere, le varie sette islamiche.
Attenuano la divisione tra Sciiti e Sunniti, gli uni e gli altri mossi da spirito di conquista, sia pure in modi diversi. Il Regno Saudita e gli Emirati hanno sempre agito con le strategie finanziarie e la corruzione per sostenere i gruppi rivoluzionari, anche d'accordo con gruppi mafiosi, per entrare, segretamente, nelle istituzioni di controllo degli stati.
In questo senso l'Islam è una coalizione. Anche l'Iran ha agito nello stesso modo, spesso d'accordo con i servizi segreti sauditi.
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