EXCALIBUR 89 - dicembre 2015
nello Speciale...

Il sacrificio dei Sardi

Fu una guerra vinta, ma che costò all'Italia 600 mila morti e un altro milione di uomini fra dispersi, feriti e mutilati. E altissimo fu il tributo di sangue offerto dalla Sardegna alla causa dell'Unità nazionale: 13 mila caduti, che in considerazione del numero degli abitanti (allora poco meno di un milione) e dei mobilitati, (100 mila uomini) rappresentava la percentuale più alta fra tutte le regioni d'Italia.
Si trattò di una guerra prevalentemente offensiva nella quale rifulse il valore del soldato sardo e in particolar modo della "Brigata Sassari", che faceva parte, con la Brigata Macerata, della 25a Divisione di fanteria aggregata alla III Armata comandata dal Duca d'Aosta, schierata sul Carso, fra la strada Cormons-Gorizia e Monfalcone.
L'epopea della Brigata Sassari è scandita dai nomi dei luoghi in cui ha combattuto: Bosco Cappuccio, Trincea delle Frasche, Trincea dei Razzi, Monte Fior, Castel Gomberto, Monte Zebio, Battaglia della Bainsizza, Codroipo, Battaglia del Piave, Battaglia dei Tre Monti.
E l'alto spirito combattivo di questa unità è attestato dalle numerose onorificenze a essa conferite: 4 Medaglie d'Oro alle Bandiere, altre 8 al Valor Militare, 286 d'Argento, 425 di Bronzo e 4 citazioni sul Bollettino del Comando Supremo.
Ma fu anche una delle più sacrificate, dato che nel corso di quattro anni di guerra ebbe 18 mila feriti. Questi tragici dati costituiscono la migliore dimostrazione della crudeltà di quella terribile guerra, che non é certo da glorificare, ma non per questo si deve sminuire il sacrificio dei nostri soldati.
Non bastano infatti le fanfare, non bastano le corone di alloro per onorarne il ricordo, bisogna anche sapere come vivevano, come combattevano, come morivano.
Significative testimonianze al riguardo vengono offerte dal libro "Fanterie sarde all'ombra del Tricolore", scritto da Alfredo Graziani, valoroso ufficiale del 151º Reggimento, dal quale è tratta una delle tipiche azioni in cui i Sardi venivano di frequente impegnati. Si tratta della conquista della "Trincea Zeta" concepita dal Ten. Graziani per neutralizzare una mitragliatrice che batteva un tratto cruciale della linea avanzata italiana. Essa si svolse in due fasi, la prima effettuata nella notte del 18 agosto 1915, si risolse in un fallimento, la seconda che fu condotta quattro giorni più tardi, e in pieno giorno, ebbe invece pieno successo.
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