Excalibur verde

Muri

Occorrono muri per preservare la nostra identità

di Toto Sirigu
Muro come simbolo di protezione, non di chiusura
La Comunità può essere aperta ma ha pur sempre bisogno di essere identificata con delle mura che la contengono. Non c'è vita per la nostra gente se non attraverso l'orgoglio di appartenere ai valori tutti costruiti attraverso i muri. Sono questi che hanno sempre difeso la nostra vita, la nostra cultura e il nostro avvenire.
Guardatevi intorno nella nostra nazione e scoprirete con l'aiuto del saggio del paese o dello storico avveduto quanta valenza hanno avuto i muri nel tracciare le diverse fasi della nostra mitica civiltà.
Il muro non è sinonimo di chiusura ma di protezione e difesa. Mettetevelo bene in testa, e non parlo a voi camerati, bensì ai nuovi kompagni tutti miele e cioccolato.
E quando le soluzioni a un problema non sono facili da trovare, siano benedetti i muri. Mi riferisco in particolare all'immigrazione di questi tempi. Migliaia di persone muoiono in Africa ogni anno per malnutrizione e per le inevitabili patologie collegate. Ciò accade da decenni. Ve lo ricordate Pannella che faceva gli scioperi della fame negli anni ottanta cercando di sensibilizzare le classi dirigenti sulle morti dei bambini nel continente africano?
Ora a distanza di decenni con il problema decuplicato ci si concentra solo sulle morti in mare e si piange, si piange, si piange. Per me questo è un mondo al contrario.
Il nostro compito è erigere muri altissimi e ogni tanto prevedere delle porticine di entrata che permettano a una quota stabilita di anno in anno di accedere e farsi accogliere dalla nostra Comunità.
Per me è questa la solidarietà. Il resto è la noia di chi è disinteressato alla sopravvivenza della nostra civiltà o addirittura di chi scientemente è interessato a sostituire un mero consumatore ingrassato con uno affamato. Insomma come al solito i nuovi kompagni scorrazzano, con il capitalismo, alle spalle delle identità costruite sul sacrificio di milioni di nostri fratelli.