EXCALIBUR 95 - dicembre 2016
in questo numero

Pigliaru: "Lavoro agli immigrati" ed è subito contestato

La retorica buonista che non convince più nessuno

di Vittorio Susinno
Il presidente della Regione Francesco Pigliaru
Cagliari, ottobre. All'interno della manifestazione "Panorama d'Italia" organizzata il primo ottobre dall'omonima rivista, il Presidente della Regione Sardegna è stato contestato da alcuni spettatori mentre esponeva le proprie riflessioni sul tema delle migrazioni (da e verso la Sardegna).
Prima una signora di mezza età lo ha interrotto dando del "vomitevole" alle congetture che stava esponendo, poi un coetaneo è intervenuto per darle manforte ammettendo che, sì, anche i suoi figli erano disoccupati e che è dunque necessario stabilire delle priorità per "trovare un lavoro ai nostri giovani": prima gli Italiani, poi, se ce n'è, anche gli altri.
Ma cosa avrà asserito il povero Pigliaru per meritarsi una tale lavata di testa?
Nel corso della conferenza il Governatore è arrivato ad ammettere, in assoluta tranquillità, che sul problema dell'emigrazione dei giovani «non abbiamo ancora capito come fare in Sardegna» e in un ulteriore slancio di autolesionismo ha dichiarato apertamente che i lavori assegnati agli immigrati (tramite Sprar) saranno quelli che i giovani sardi emigrati non vogliono più fare nella propria terra.
Gli applausi, che il pubblico ha tributato ai contestatori, hanno infiammato il clima fino ad allora pacato ma teso e tonnellate di imbarazzo hanno seppellito il massimo esponente sardo del Pd che in un'ultima, strenua difesa ha provato a sfoderare l'arma ormai scarica della retorica buonista cercando di far passare per razzisti gli intervenuti. Niente da fare, la figura barbina è irreversibile e persino registrata dalle telecamere di Panorama e dei Tg regionali presenti.
Per sua fortuna, Pigliaru viene salvato dalle emittenti che non manderanno in onda i filmati né daranno conto della notizia che, se riguardante un qualsiasi politico di centrodestra, avrebbe alimentato il circo mediatico locale per almeno una settimana.
Entrato nel pallone, il Presidente ha anche esposto cifre a dir poco minimizzatrici (ma non è la prima volta) sul fenomeno dell'immigrazione in Sardegna che ci siamo presi la briga di verificare e rettificare, dato che lui stesso ha tirato in ballo (con quale faccia tosta?) il principio della "politica della verità". Due esempi su tutti:
- per Pigliaru la quota di ripartizione dei migranti in Sardegna è stata sforata di «una frazione di nulla: 200 persone», ma a smentirlo troviamo i numeri della Prefettura che parlano di almeno 1.275 unità in più (per 35 euro al giorno, a carico nostro, non sono proprio bruscolini);
- sempre secondo il Governatore gli immigrati presenti in Sardegna sono circa 5 mila, ma, andando a verificare la cifra, scopriamo che si tratta "solo" di quelli ospitati nei centri d'accoglienza dell'Isola senza tenere conto di quelli che hanno fatto perdere le loro tracce fuggendo da essi: L'Unione Sarda ha quantificato questi "fantasmi" in circa 3 mila persone. Per essere ancora più precisi non possiamo omettere che alcuni sono scappati persino dal SS. Trinità dove erano stati ricoverati perché affetti da una forma multiresistente di tubercolosi.
La domanda che sorge spontanea è: ma con quella faccia da mister so tutto io, Pigliaru ci è o ci fa? La sua è pura goffaggine o navigata malafede? A riprendere la scena, comunque, c'erano anche i nostri telefonini e il video è ora disponibile su internet: basta cercare su youtube "Pigliaru contestato", cliccare il primo risultato della ricerca e godersi lo spettacolo.
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