Excalibur blu

Macron e il finto principio di accoglienza scaraventato a mare

Il volto nuovo della politica europea mostra la sua vera faccia

di Toto Sirigu
Il "rivoluzionario" Emmanuel Macron
Le elezioni Francesi, che in questi mesi hanno sancito la vittoria di Macron e del suo neopartito, hanno avuto come presupposto politico una idea di Francia e di Europa bella e accogliente verso i migranti. Infatti, a differenza della precisa linea di fermezza della Le Pen, il suo interlocutore avversario ha solamente proposto la creazione di una guardia transfrontaliera europea per la salvaguardia delle frontiere esterne dell'Unione. Per il resto ha attaccato violentemente la sua rivale sostenendo che il ripristino effettivo dei confini nazionali fosse un progetto razzista e antistorico. Ora che si è insediato e che ha iniziato a tracciare la vera linea politica, anche per quanto riguarda gli arrivi dal mondo "sofferente", si sta scoprendo che il presupposto per il futuro è rappresentato dalla impermeabilizzazione dei confini nazionali. Al diavolo cioè i buoni sentimenti internazionalisti, viva la comunità francese.
In occasione degli ultimi inutili summit tenutisi tra i paesi europei, la Francia con il suo leader ha detto chiaramente che non vuole gli immigrati con i barconi. C'è da chiedersi cosa farebbe nella ipotesi non astrusa dell'arrivo nelle coste francesi delle navi con i migranti. Li farebbe morire di stenti a bordo? A interpretare in modo coerente le ultime sue dichiarazioni sembrerebbe proprio che il fautore dei buoni sentimenti astratti, tanto cari a gran parte della sinistra ideologica, si comporterebbe senza manifestare alcuna mano tesa.
Non sarà che siamo arrivati a un punto di non ritorno sulla questione dei migranti? Non sarà che le elites "illuminate" europee non sono in grado più di realizzare tutti quei principi solidaristi elargiti tra un aperitivo-summit e un altro? Volevano in breve tempo spazzare via i confini nazionali degli stati e adesso hanno il timore di non saper gestire le nefaste conseguenze.
No, caro Macron e cara sinistra ideologica italiana, cerchiamo di mettere al bando il surreale e confrontiamoci con la realtà. La verità è che non si devono più subire gli arrivi, si deve ripristinare il principio sacro di accogliere l'ospite quando questo è gradito, diversamente non si dà futuro né all'Europa nè tanto meno alle popolazioni migranti. Sarebbe la fine di un'epoca e l'inizio di un'altra ma non in modo indolore.
Ci vuole uno scatto d'orgoglio che deve coinvolgere tutti coloro che rappresentano la classe dirigente attuale e quella prossima che verrà. L'orgoglio di poter risolvere con seria capacità critica l'attuale invasione, rispolverando quella missione di civiltà che in qualche modo è appartenuta nei secoli all'Europa e all'Italia. Costruiamo dei ponti a senso unico che permettano alle nostre capacità anche creative di programmare un miglioramento della qualità della vita nei territori abitati dai migranti. Stabiliamo, anche usando i mezzi militari, che per cinque anni nessuno più sbarca nelle coste dell'Europa (quindi dell'Italia, giusto Macron?). In questo modo elimineremo l'assillo dell'invasione quotidiana ormai ingestibile e inizieremo a interloquire in modo fermo con i rappresentanti politici di quei territori piagati.
In fondo in fondo è quello che ci stanno dicendo sia Macron che lo stesso Renzi. Macron quando chiude i porti francesi alle navi del sud e Renzi quando si agita, benvenuto al segretario del Pd, dichiarando che ci vuole ormai il numero chiuso.
Allora, marginalizzate le culture pacifiste, buoniste e mondialiste, si darà inizio alla riconquista del futuro in nome della civiltà e delle identità. Se vi sembra poco...