Excalibur verde
SPECIALE
Antonio Gramsci e Benito Mussolini

Il vero percorso politico del giovane Gramsci

il piccolo Gramsci con la madre e il fratello
Sopra: il piccolo Gramsci con la madre e il fratello
Sotto: il piccolo Mussolini con la madre e, a destra, il padre
il piccolo Mussolini con la madre e, a destra, il padre
La vulgata storica più consolidata ci tiene a descrivere i due personaggi come totalmente antagonisti, quasi provenissero da mondi completamente diversi. L'uno fondatore del partito comunista d'Italia, politico coerente sino alla morte, intellettuale e filosofo di primo piano, uomo mite ma fermo di carattere, pensatore riflessivo e rigoroso. L'altro fondatore del fascismo, politico spregiudicato, capace del trasformismo più sfrenato, uomo aggressivo e arrogante. Il quadro risulterebbe perfetto, almeno per Gramsci. Vi sono però alcuni fatti che contraddicono questa visione più o meno idilliaca del personaggio:
1) il Gramsci che segue Mussolini, abbandonando il partito socialista, sulla via dell'interventismo;
2) il caldo elogio che Gramsci fa, nei quaderni dal carcere, del Mussolini scrittore e intellettuale in relazione al "Diario di guerra" di quest'ultimo,
3) il gran numero di lettere che Gramsci indirizzò a Mussolini quando era in carcere.
Gramsci, al di là di tutte le ricostruzioni interessate, ebbe il primo impegno politico nell'estate del 1913 a favore di un movimento transpartitico, antiprotezionista e liberista di difesa del Mezzogiorno d'Italia.
Esponente di spicco del movimento: Gaetano Salvemini, che aveva abbandonato il partito socialista per protesta contro l'indirizzo protezionista del partito e aveva fondato un giornale, "L'Unità", fortemente critico nei confronti del presidente del consiglio Giolitti e del socialista riformista Turati.
In questo contesto aveva pure aderito al "Gruppo antiprotezionista sardo", fortemente voluto da alcuni sindacalisti rivoluzionari fra cui Attilio Deffenu.
A questo periodo Luigi Nieddu, lo storico gramsciano più eretico, fa risalire nel suo volume "Antonio Gramsci - storia e mito" del 2004, l'"incontro" di Gramsci con Mussolini: «Gramsci leggeva "L'Unità" e anche "La Voce" di Prezzolini e quasi certamente l'organo ufficiale del Psi, "L'Avanti", diretto dal 1912 dal capo della sinistra del partito Benito Mussolini [...], punto di riferimento dei giovani socialisti [...]. Fino a che punto Gramsci fosse influenzato da Salvemini e Prezzolini oppure dal L'Avanti di Mussolini non è dato sapere, ma pare credibile che in varia misura lo influenzassero tutti e tre».
Gramsci, a Torino all'inizio del 1914, aderisce al Gruppo studentesco socialista. Il suo concreto impegno politico ha luogo nella campagna elettorale del mese di maggio, iniziata in vista delle elezioni suppletive in un collegio della città. Il gruppo giovanile, dietro suggerimento di Mussolini, aveva officiato la candidatura di Salvemini, ma costui non accettò e invitò i giovani a interpellare Mussolini, il quale in un primo tempo accettò, ma quando seppe che la sezione torinese del partito avrebbe preferito una candidatura operaia si tirò indietro, non per questo mancò di impegnarsi a fondo per il partito tenendo comizi, affollatissime riunioni e conferenze.
È in questo frangente che Gramsci conobbe personalmente Mussolini e ne rimase entusiasta. Lo racconta Giorgio Bocca, nella sua corposa biografia su Togliatti del 1977: «Nel 1914 il direttore del "L'Avanti" Benito Mussolini è il leader ammirato e amato dei giovani socialisti rivoluzionari. Se viene a Torino a tenere una conferenza pro "Avanti", la sala della Camera del lavoro si gremisce di giovani [...]. Gramsci ha una ragione particolare per ammirarlo, è il primo direttore del "L'Avanti" che ha aperto le colonne del giornale agli scrittori sindacalisti e meridionalisti».