EXCALIBUR 120 - ottobre 2020
nello Speciale...

Parte IV

Cerchiamo sempre di carpire ciò che ci affascina di chi ci precede
Cerchiamo sempre di carpire ciò che ci affascina di chi ci
precede
Ma forse la bocca era così piena di terra che non ho mai saputo neanche spiegarti bene in cosa consistevano le attività che avevo messo in piedi. E credo proprio che tu non ci abbia mai pensato che dietro tutto quel criticare e darsi da fare c'era il tuo zampino, il tuo esempio. Anzi sono assolutamente certo che, se lo avessi pensato, non l'avresti detto comunque, perché, per come eri fatto, ti sarebbe sembrato di rivendicare meriti, o colpe, non tuoi. Un altro padre forse lo avrebbe detto, e se non l'avesse detto se ne sarebbe gloriato tra sé e sé.
A te, invece, non ti ho mai sentito vantarti di qualcosa. Eri costituzionalmente modesto. Ti piaceva di più ricordare perché avevi criticato certe cose piuttosto che raccontare cosa avevi fatto per combatterle o per cambiarle. Così anche quando raccontavi della volta che in guerra, a Rodi, all'arrivo di un grandissimo numero di bombardieri inglesi, non aspettasti l'ordine che non arrivava mai dal comando marittimo di Rodi, tu che comandavi la prima batteria contraerea; anzi - in un certo modo "ammutinandoti" - apristi di tua iniziativa il fuoco e salvasti l'isola da un bombardamento senza precedenti e da una grande distruzione. Anche allora, più che mettere in evidenza di essere riuscito di testa tua, rischiando la corte marziale, a dare il via all'abbattimento di tantissimi aerei e a metterne in fuga gli altri, tu soprattutto ti soffermavi a criticare il fatto che il comandante non avesse dato lui subito l'ordine di sparare. Quel "pezzo d'asino"!
Eri fatto così!
E comunque anch'io non ho mai pensato al tuo zampino nella mia formazione di "critico" e lo penso ora, per la prima volta, sessant'anni dopo aver incominciato a criticare e a cercare di cambiare le cose intorno a me.
Penso solo ora, e ne sono certo, che dietro il mio criticare e poi il mio costruire c'era proprio l'esempio che mi avevi dato tu.
Lo penso ora, forse perché non riesco più a cambiare quasi nulla intorno a me.
Ma la voglia di criticare, di criticare come te, di criticare tra me e me tante delle cose che vedo mi è rimasta. Anche piccole, piccolissime cose.
I ragazzini di meno di quindici anni che si aggirano per la città dopo la mezzanotte.
Le macchine che alle rotatorie non mettono le frecce e che tagliano la strada a chi la rotatoria la fa correttamente.
I genitori che vanno a scuola a prendere a ceffoni gli insegnanti dei figli.
I genitori che sugli autobus non fanno alzare il figlio per far sedere un anziano.
Il ministro che fa così e non fa colà.
E tante volte, forse anche tutte le volte, mi vien da pensare a come ti arrabbieresti anche tu, babbo.
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VICO SAN LUCIFERO