EXCALIBUR 122 - dicembre 2020
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Le idrovore di Sassu e Luri

idrovora sul Rio Sassu, Piana d'Arborea, 1934
Idrovora sul Rio Sassu, Piana d'Arborea, 1934
In quest'ultima opera Scano dimostra la sua eccezionale versatilità nel campo dell'ingegneria che gli consente di spaziare dall'architettura all'idraulica. L'idrovora, inaugurata il 4 novembre 1934, agli occhi dell'osservatore si presenta con un parallelepipedo centrale con due corpi laterali semicilindrici. Il corpo centrale ha sei finestre a orientamento orizzontale mentre le strutture laterali si articolano con semicolonne nella parte più alta e aperture orizzontali in quella più bassa. Al conglomerato cementizio e all'intonaco chiaro sono affidati la variazione cromatica tipicamente razionalista che accomuna l'idrovora di Sassu a molti altri edifici del periodo fascista.
L'opera si presenta come un insieme omogeneo e monolitico abbellito da alcuni elementi decorativi adeguati alla struttura. Il suo progettista - lo dichiara apertamente - vuole realizzare un'architettura che sia «espressione sintetica della massima aderenza al carattere dell'edificio, sia nell'impostazione generale dei corpi di fabbrica che nei particolari decorativi». Come è stato osservato, si è in presenza di «uno dei rari casi in cui una architettura riesce a condensare il senso del paesaggio, che nel caso di Arborea è un paesaggio profondamente antropizzato nel quale l'uomo e la sua tecnica imbrigliano la natura e disegnano lo scenario nel quale si svolgerà la vita sociale»(11).
Nel 1934 Scano progetta anche l'idrovora di Luri. Questa struttura, meno conosciuta della precedente, si trova nei pressi dello stagno di San Giovanni e venne realizzata per bonificare le paludi malariche di Luri, Estius e Arba. Le caratteristiche architettoniche sono diverse - avuto riguardo sia al profilo architettonico che stilistico e simbolico - ma l'interesse storico, paesaggistico e culturale è lo stesso. Questa idrovora si sviluppa su una pianta rettangolare sui cui lati lunghi si aprono sei alte finestre. L'ingresso è su uno dei lati corti, sormontato dall'architrave dove campeggia la scritta "Società Bonifiche Sarde".
In entrambi gli edifici, nonostante la natura essenzialmente industriale, non mancano alcuni elementi decorativi che richiamano il barocco e si fondono con la forte componente meccanico-futurista(12). Nella facciata principale dell'idrovora di Luri la presenza di due ruote semidentate ricorda gli ingranaggi della macchina e quindi il movimento.
(11) P. Sanjust, "Modernismi. Storie di architetture e costruzioni del '900 in Sardegna", Roma 2017, pp. 86-87.
(12) In tal senso si esprime F. Masala, "Architettura dall'Unità d'Italia alla fine del '900", cit., scheda 109, p. 213.
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