EXCALIBUR 128 - maggio 2021
in questo numero

"Rischio zero" e responsabilità

In "2001 Odissea nello spazio", Hal, un calcolatore, voleva comandare...

di Angelo Marongiu
vaccini e massimo principio di precauzione, strategia giusta?
Sopra: vaccini e massimo principio di
precauzione, strategia giusta?
Sotto: Roberto Speranza, Ministro della Salute,
nato a Potenza il 4 gennaio 1979
<b>Roberto Speranza</b>, Ministro della Salute, nato a Potenza il 4 gennaio 1979
La Sardegna, a fine aprile, è l'unica regione rossa mentre il resto d'Italia si colora di arancione o di giallo. Da unica regione bianca a unica regione rossa. Commercianti e organizzatori di matrimoni sono sul piede di guerra, ma non si sa bene contro chi. Contro gli altri Sardi o contro le autorità che hanno deciso?
Penso che abbia scarsa importanza. Questa pantomima di apri e chiudi ormai ha fatto il suo tempo ed è evidente che nessuna strategia - da quella lassista a quella poliziesca - possa abolire completamente qualsiasi rischio.
Avevamo una squadra di governo raffazzonata e sgangherata, formata da ragazzini scelti grazie a misteriosi algoritmi di una piattaforma digitale oppure di catorci, giovani di età o meno, ma figli di partiti politici vecchi e stanchi, guidati tutti da un avvocato capitato lì per caso. Ora abbiamo una guida autorevole e prestigiosa, qualche componente di governo di chiara fama e indubbie capacità, ma è rimasta ancora troppa zavorra e un ministro della salute la cui precedente esperienza politica era quella di assessore all'urbanistica nel comune di Potenza.
Ciò nonostante - o forse proprio per questo - di fronte a un governo e una maggioranza che più larga non si può, che sconfina in percentuali da Bulgaria vecchia maniera, si continua con le vecchie abitudini.
A ogni provvedimento gradito si cerca di piazzarci la propria bandierina dicendo "è merito nostro"! E quando invece qualche propria richiesta non viene accolta, ci si apparta imbronciati e ci si astiene dalla votazione.
Occorrerebbe ragionare non più in termini di categorie sociali e di bacini elettorali (i commercianti e gli imprenditori li rappresento io!) ma osservando l'intero paese.
Se questo governo ha scelto di affidare le proprie decisioni sulle riaperture, orari e colori esclusivamente sulla base dei dati pandemici e delle valutazioni economiche conseguenti e si accetta di farne parte, allora, pur esponendo le proprie eventuali perplessità e contrarietà, se la maggioranza ha deciso in tal senso, lo si deve accettare. Comportamenti differenti sono incomprensibili e fanno parte di una pura campagna elettorale perpetua che danneggia tutti. Mettersi un certo vestito solo per contrastare ascese o cadute nei sondaggi è pura follia.
Io non so quale strategia complessiva si sia adottata in Italia per contrastare la pandemia: ora mi sembra sia stata scelta la strada della vaccinazione a oltranza. Ogni nazione ha contrastato il virus in modo diverso, rispecchiando - nel bilancio tra vaccini e imposizioni - la propria caratteristica di fondo.
La gestione del virus di Wuhan ha comunque messo a nudo l'approssimazione della classe dirigente mondiale, incapace in prima battuta e quasi in ogni luogo di gestire le emergenze. E ha messo in evidenza che l'uomo, pur vivendo in società organizzate, pur essendo definito "animale sociale", resta sempre un individuo mosso dal suo egoismo e dal suo tornaconto. E questo vale anche per certi strati della nostra amata Comunità, che in alcune circostanze hanno anteposto l'interesse dei propri cittadini alle esigenze dell'intera comunità. Ma questo è un altro discorso.
Lo Stato in genere è ossessionato dalla burocrazia, dai protocolli, dai regolamenti (il solo modo per controllare i cittadini), esasperati per di più in quegli sfortunati paesi nei quali la magistratura è sempre in agguato, pronta a denunciarti se hai omesso una virgola.
In Germania il vaccino si può somministrare in farmacia: il "protocollo" prevede che il farmacista riempia la siringa, l'infermiera inietti il vaccino, un dottore ti spieghi il procedimento e altri riempiano tutti i moduli richiesti.
Nel frattempo in Gran Bretagna, il tanto sbeffeggiato Boris Johnson - sommerso di risate dai nostri soloni premi Nobel - dopo clamorosi errori che ha sapientemente ammesso (l'immunità di gregge) è andato avanti per la sua strada, ha scelto un vaccino senza fare i conti della serva sul suo costo, ha vaccinato tutti quelli che poteva vaccinare, ha posposto i tempi del vaccino di richiamo e ora ha riaperto quasi tutte le attività e ha avuto otto morti in un giorno a fronte degli oltre trecento dell'Italia.
Non parliamo di Israele, che sempre i nostri premi Nobel, perennemente in tv e che magari non hanno mai visto una corsia d'ospedale, non citano mai come esempio perché ha solo otto milioni di abitanti, come se contasse il numero e non il metodo.
I leader dei due paesi citati hanno compreso una verità elementare: non esiste il "rischio zero" e un capo di governo deve essere in grado di prendere decisioni rischiose e assumersene la responsabilità, anche a costo di essere impopolare.
Netanyahu ha avuto per giorni la casa assediata dai manifestanti contrari alle sue decisioni, ma è andato avanti per la sua strada e ora in Israele all'aperto ci si può scambiare un sorriso o un bacio.
Ma i due paesi citati sono paesi autonomi (e benedetta sia la Brexit). Johnson ha messo tutta la gestione pandemica nelle mani di una figura competente: noi invece dipendiamo dalle decisioni di una sofisticata signora che guida 27 personaggi che rappresentano 27 paesi, ognuno di questi scelto per semplici "meriti" politici.
Pensate un po': l'Ecdc (evviva le sigle! Significa "Centro europeo per il controllo delle malattie") ha notificato che i vaccinati, in presenza di altri immunizzati, possono togliersi la mascherina e se vogliono anche toccarsi e abbracciarsi.
I nostri virologi, epidemiologi, infettivologi e via discorrendo, tutti premi Nobel, si sono divisi immediatamente in due opposti schieramenti. Ma ciò che è più demenziale non è tanto che ci sia un Ecdc che dica queste cose, quanto che il suo parere abbia validità solo se recepito appositamente dallo Stato.
È indubbio che occorrano modelli matematici che comprendano i meccanismi dell'epidemia e siano necessari ad "accompagnare" le scelte politiche; ma poi nel momento della decisione politica devono essere messi da parte, altrimenti avremmo un Consiglio dei Ministri (già il Parlamento è scarsamente coinvolto) che può essere messo da parte e sostituito da un potente calcolatore parlante.
La ricerca del "rischio zero" se applicato al primo uomo che ha scoperto il fuoco ci avrebbe lasciato al buio e al freddo, a mangiare ancora bacche e carne cruda.
Nel suo libro-fantasma "Perché guariremo", il Ministro Speranza confessava di essere terrorizzato dall'idea di assembramenti di due persone o anche dal passaggio di auto in strada.
Non dobbiamo quindi meravigliarci se - con occhi meditabondi e riflessivi - sostiene che bisogna chiudere le "attività non essenziali" e restare chiusi in casa.
Sorvoliamo sugli aspetti costituzionali di tali decisioni, ma è palese il pressapochismo con il quale si definiscono essenziali o meno certe attività. È sicuro che se il signor ministro non può prendersi un caffè al bar non fa un grande sacrificio, ma chi prepara il caffè e gli porge la tazzina vive di quel gesto e con quegli spiccioli incassati da lui e da altri, mantiene in dignità - senza elemosine - sé stesso e la sua famiglia. Ma questa non è un'attività essenziale perché minaccia il fantomatico "rischio zero".
Né si può dimenticare che per una certa parte politica «l'emergenza epidemiologica può rappresentare un buon momento per la riconquista della egemonia da parte della sinistra».
Sono affermazioni contenute nel citato libro del ministro che non hanno bisogno di commento alcuno e se poi sono fatte da chi sosteneva che l'Italia era un esempio per il mondo per il modo con il quale aveva affrontato la pandemia e ora conta centoventimila morti, hanno un certo suono agghiacciante.
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