EXCALIBUR 133 - ottobre 2021
in questo numero

Ritratto di Armando Melis de Villa

Il pioniere della pianificazione urbanistica

di Antonello Angioni
<b>Armando Melis</b> (Iglesias 1889 - Torino 1961)
Sopra: Armando Melis (Iglesias 1889 - Torino 1961)
Sotto: il padiglione sardo nell'esposizione di Torino del 1928 e la
Torre Littoria, Torino 1934
il padiglione sardo nell'esposizione di Torino del 1928
la Torre Littoria, Torino 1934
Pur essendo stato uno dei primi Italiani a occuparsi di urbanistica e pianificazione territoriale, in Sardegna pochi ne conoscono l'esistenza. Vale pertanto la pena di lumeggiare, sia pure per grandi linee, l'interessante figura dell'architetto Armando Melis de Villa.
Nato a Iglesias il 22 maggio 1889 da Antonio, ingegnere e direttore dell'Istituto tecnico di Iglesias, e da Francesca de Villa, di nobili origini(1), dopo aver conseguito il diploma presso l'Istituto tecnico di Cagliari, nel 1909 si trasferisce a Torino per seguire il corso di studi in Ingegneria presso il Regio Politecnico. La frequenza è rallentata dalla prima guerra mondiale, cui prende parte col grado di sottotenente di artiglieria. Rientrato dal fronte, nel 1920 si laurea in Architettura.
Quindi inizia l'esercizio della professione nello studio dell'Architetto Pietro Betta per poi dar vita a un proprio studio con l'Ingegner Giovanni Bernocco. È uno dei primi a occuparsi in Italia di pianificazione urbanistica, in stretta collaborazione con altri giovani architetti protagonisti del panorama culturale tra le due guerre, che diedero vita al Gruppo Gant (Giovani Architetti Novatori Torinesi). Tra essi, oltre il citato Betta, troviamo Gino Levi Montalcini (fratello di Rita), Paolo Perona, Alberto Sartoris, Mario Passanti e Domenico Soldiero Morelli.
Melis de Villa entra presto, quale anche membro effettivo, nell'Istituto Nazionale di Urbanistica (Inu). Nel 1930, in un saggio pubblicato da Marcello Piacentini su "Architettura d'oggi", viene indicato come uno dei più promettenti architetti italiani di livello internazionale: una promessa sicuramente mantenuta. A lui si deve, ad esempio, la redazione dei piani regolatori generali di Verona (1932) - in collaborazione con gli architetti Mario Dezzutti, Plinio Marconi e Arturo Midana - e di Verbania.
Nel 1932 si aggiudica il secondo premio al concorso di architettura Falck con un progetto di grande magazzino di vendita a struttura metallica che, all'epoca, rappresentò un episodio assai interessante nell'evoluzione tecnico-strutturale delle costruzioni. Inoltre risulta vincitore del concorso di progettazione della sede del nuovo Politecnico al Valentino e fornisce la consulenza per la ricostruzione della stazione torinese di Porta Nuova.
A partire dal 1933, sempre a Torino, si occupa - con gli architetti Mario Dezzutti, Domenico Morelli, Maurizio De Rege, Alessandro Molli Boffa e Felice Bardelli - della riqualificazione del secondo tratto di Via Roma. Nel 1938 vince il primo premio per il piano regolatore di Alessandria. L'anno successivo, su incarico del Comune di Vercelli, redige - insieme a Giovanni Bernocco e Giuseppe Rosso - il progetto per la sistemazione della Piazza Arnaldo Mussolini (oggi Piazza Zumaglini).
Inoltre, nel 1940, elabora il piano particolareggiato di zona "Furia" di Vercelli (nel cui ambito furono realizzati gli edifici Ina, che aveva progettato nel 1936 con l'Ingegner Bernocco). Analogo piano particolareggiato elabora per la città di Alessandria. Negli anni Quaranta e Cinquanta partecipa al dibattito e alle operazioni che portarono alla formulazione del nuovo piano regolatore per Torino e per la Provincia.
Gran parte della sua attività professionale è stata svolta a Torino dove aveva iniziato la carriera occupandosi della realizzazione di alcuni padiglioni (tra cui il "Padiglione Sardo") per l'Esposizione Nazionale Italiana di Architettura, che si tenne nel 1928 al Parco del Valentino. Per la stessa città progetta significativi interventi tra cui si segnalano: la Casa Koelliker (in Via Cavour all'angolo con la Via Pomba), la sede della "Società Reale Mutua di Assicurazioni" (in Via Corte d'Appello) e, per la stessa società, la cosiddetta "Torre Littoria", il grattacielo di piazza Castello che segna lo skyline del centro della città.
Con i suoi 19 piani è il primo "grattacielo" italiano(2). Presenta una struttura metallica elettrosaldata (realizzata sulla base degli studi dell'Ingegner Giovanni Bernocco) rivestita da un involucro in laterizio che esprime un linguaggio oscillante tra registri razionalisti e stile Novecento. La innovativa "Torre Littoria", completata nel 1934, è considerata dagli storici dell'architettura tra i capolavori del razionalismo italiano insieme alla "Casa del Fascio" di Como, progettata da Giuseppe Terragni, e alla stazione ferroviaria di Firenze di Giovanni Michelucci. La sua realizzazione diede avvio in quegli anni anche a un importante dibattito culturale.
A Torino, Melis de Villa progetta l'edificio per i servizi assistenziali delle "Fabbriche Riunite Industria Gomma" (la "Superga") in via Assisi, le case in Corso Duca degli Abruzzi e in Via Giovanni da Verrazzano, la casa in Via Barletta, 50, la casa Raveri in Via Valentino Carrera, la casa S.C.E.I.A.T. in Corso Re Umberto angolo Corso Matteotti, la casa Ferrero Ventimiglia in Via Nizza angolo Via Chisola, la casa in Via Monbarcaro 13, l'Ospedale infantile "Koelliker", la casa Vincenti in Strada Guido Volante e diverse edicole nel cimitero monumentale. Avuto riguardo alla produzione architettonica in Piemonte, ricordiamo il rifugio del Gran Paradiso e il nuovo carcere giudiziario di Novara.
Alla libera professione, Melis de Villa affianca un'importante attività di editorialista come direttore delle riviste "L'Architettura Italiana" (1933-1941) e "Urbanistica" (1932-1944), da lui fondata. Inoltre, è stato docente presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino: titolare del corso di "Composizione architettonica" dal 1936, libero docente di "Caratteri distributivi degli edifici" dal 1937, risulta idoneo al concorso nazionale per "Caratteri degli edifici" presso la Facoltà di Architettura di Roma nel 1948. Nello stesso anno diviene presidente della sezione piemontese dell'Inu. Nel 1954 è nominato professore straordinario di "Caratteri distributivi degli edifici" presso la Facoltà di Architettura di Torino e, tre anni dopo, professore ordinario.
La sua vicenda professionale e umana è segnata da alterne fortune. In particolare, al termine della seconda guerra mondiale, per la sua adesione al fascismo, vede diminuire in misura significativa gli incarichi che si concentrano sull'edilizia residenziale economica e sulla progettazione di villini nella costa ligure e di cappelle funerarie. Muore a Torino il 27 aprile 1961.
L'archivio dei disegni del suo studio - che, seppure incompleto, testimonia l'intensa attività professionale nei campi della progettazione architettonica e dell'urbanistica - è oggi custodito presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino(3), mentre la parte sopravvissuta delle carte d'archivio è conservata nel "Fondo Melis-Bertagna" della Biblioteca di storia e cultura del Piemonte "Giuseppe Grosso" di Torino(4).
La serie dei documenti ascrivibili ad Armando Melis de Villa si compone di dieci faldoni contenenti appunti, tavole grafiche, fotografie, ritagli di periodici attinenti alla sua l'attività professionale, editoriale e didattica. Da questo complesso documentale emerge una grande personalità che, oltre ad aver spianato la strada alla pianificazione urbanistica e territoriale, ha contribuito per oltre quarant'anni alla crescita culturale della nazione italiana: un grande uomo, purtroppo "dimenticato" e ai più ancora sconosciuto.
(1) Ricordiamo che Armando Melis De Villa era fratello di Amelia (1882-1956), scrittrice amica di Grazia Deledda, autrice del romanzo "Alba sul monte" (1931), di due raccolte di racconti e di diversi saggi pubblicati su periodici nazionali e locali.
(2) La "Torre Littoria" è inoltre il primo edificio civile multipiano in struttura metallica realizzato a Torino.
(3) Più precisamente fa parte del patrimonio archivistico del Laboratorio di Storia e beni culturali.
(4) Il "Fondo Melis-Bertagna", donato nel 2004 alla Provincia di Torino, oltre le carte d'archivio dell'Architetto Armando Melis, comprende l'archivio dell'Architetto Umberto Bertagna (1936-2012), nipote in linea materna di Melis, attivo come storico dell'architettura in ambito piemontese.
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