EXCALIBUR 134 - novembre 2021
in questo numero

Ricordo di Mariano Delogu

Avvocato, dirigente sportivo, giornalista, uomo politico di classe

di Antonello Angioni
<b>Mariano Delogu</b> (Cagliari, 1933-2016)
Mariano Delogu (Cagliari, 1933-2016)
Non è semplice tracciare, in poche cartelle, un ritratto di Mariano Delogu: avvocato, dirigente sportivo, giornalista pubblicista, "uomo politico" nell'accezione più alta del termine (di soggetto che si occupa del governo della polis, intesa come comunità organizzata di persone), non "politicante", essendo sempre rimasto, nonostante gli impegni istituzionali assolti ai massimi livelli (prima come sindaco di Cagliari e poi come senatore della Repubblica), un professionista presente e ben radicato nella società civile.
In politica era un "decisionista", lo hanno detto e scritto tutti. Peraltro, aggiungo, sempre rispettoso delle regole: queste, in democrazia, possono essere modificate ma, sinché vigono, vanno rispettate. Ciò anche a salvaguardia del principio di separazione dei poteri che richiede una netta distinzione tra la fase legislativa (destinata alla creazione delle regole, le norme) e quella amministrativa (chiamata ad applicare le norme stesse). Delogu, da sindaco, è stato molto determinato, ha saputo fare delle scelte, spesso coraggiose, ma ha sempre operato nel rispetto della legge.
Ora, non vi è dubbio che quella risolutezza nell'agire si fondasse su una forte tensione ideale e morale e su una rettitudine non comune. Tutti - a prescindere dalla parte politica - hanno dato atto dell'amministratore pubblico "integerrimo". E non vi è dubbio che Mariano Delogu sia stato una persona onesta, di specchiata pulizia morale, un uomo e un professionista rigoroso e trasparente.
Mariano Delogu era nato a Cagliari il 28 settembre 1933 da Umberto, avvocato, e Carmela Stackelberg, nobildonna estone di origini tedesche. Le sue radici tuttavia non erano cagliaritane, in quanto la famiglia proveniva da Borore, territorio col quale mantenne sempre un importante legame.
La sua fisicità gli conferiva un aspetto imponente ma, al tempo stesso, si presentava elegante e signorile nel tratto. Aveva una voce sicura e un eloquio chiaro e comprensibile. La sua leadership si esprimeva attraverso le parole, il tono della voce, le espressioni del viso, i movimenti delle mani, la postura del corpo. Tutto ciò, insieme al buon carattere e ai modi garbati, favorì sicuramente il successo: Mariano Delogu aveva carisma.
La sua grande passione - come tutti sanno - era il calcio. Dopo aver ricoperto per diversi anni il ruolo di dirigente del Cagliari, dal 1976 al 1981, è stato il mitico presidente che restituì dignità alla squadra riportandola in Serie A. Vice presidente della Figc, ha svolto anche le funzioni di giudice dell'Uefa (la Federazione Europea di Calcio).
Le passioni di Delogu, oltre il calcio... devo dire che mi ha sempre colpito, nel suo studio, una parete tappezzata di icone: un interesse coltivato da sempre, come quello per la musica classica e per i viaggi (molti dei quali effettuati col suo impareggiabile amico Gianni Filippini). È proprio ai viaggi Delogu ha dedicato il suo ultimo libro presentato, nel dicembre 2015, presso il "Cagliari Store" del largo Carlo Felice.
Giornalista pubblicista, esordì (come cronista giudiziario) col "Quotidiano Sardo" di Cagliari. Successivamente ha collaborato, per lungo tempo, con "L'Unione Sarda", pubblicando numerosi articoli nelle pagine dedicate allo sport. Una cosa che non tutti sanno è che Mariano Delogu, da giovane, era assai appassionato di cinema ed è stato anche critico cinematografico per "L'Unione Sarda". Era un ruolo al quale il giornale, quanto meno dagli anni della ricostruzione post bellica, dava una notevole importanza. La critica cinematografica infatti era stata affidata dapprima a Giuseppe Fiori e poi a Gianni Filippini, cui subentra, agli inizi degli anni '60, Mariano Delogu, che firma gli articoli con lo pseudonimo Mad.
Giuseppe Podda, nel secondo dei tre libri dedicati al cinema a Cagliari, ne evidenzia la competenza e l'indipendenza. Così si esprime Podda: «Libero da etichette, esente da compromessi e condizionamenti, Delogu critico stimola il presente dello spettatore, spingendolo a rintracciare i segni e i sogni in celluloide come qualcosa di esterno o parallelo alla vita. A prescindere dalle scelte specifiche, le sue note critiche diventano una stimolante guida per il pubblico e sono oggetto talvolta anche di accese contrapposizioni».
È un giudizio importante per due ragioni: primo perché Podda non era generoso nel fare complimenti; secondo perché era uno molto distante da Delogu sia come formazione che come cultura politica (era un giornalista comunista).
Avvocato penalista, Delogu è stato protagonista di numerosi importanti processi. Ne ricordo alcuni: da giovane (parlo degli inizi degli anni '60 del secolo scorso) si occupò, insieme all'Avv. Tonino Bellu, del caso ricordato nella storia giudiziaria come "il giallo di Borore", che vedeva quale principale imputato Francesco Lutzu, ragioniere di Noragugume, accusato dell'omicidio della moglie Domenicangela Atzas: è il giallo della bella e intrigante "maestrina" Margherita Sequi, che ogni giorno teneva mezza Sardegna aggrappata alla radio (allora la tv era un bene d'élite).
Poi seguì i processi relativi all'omicidio di Gianni Picciau e alla scomparsa dell'avvocato cagliaritano Gianfranco Manuella, una delle vicende più oscure della storia giudiziaria sarda: il caso - che diverrà fonte di gravi lacerazioni tra avvocatura e magistratura - venne seguito, in collegio di difesa, col suo grande amico e collega Carlo Porceddu. E ancora si occupò del sequestro di Farouk Kassam (tutelando gli interessi della famiglia del ragazzo sequestrato nel 1992 a Porto Cervo) e dell'omicidio di Dina Dore (avvenuto a Gavoi nel 2008). In tempi più recenti, Delogu si era occupato delle "spese pazze" dei consiglieri regionali e delle "irregolarità" verificatesi nella realizzazione dello stadio di Is Arenas a Quartu Sant'Elena.
Uomo integerrimo, di alti valori morali ma non moralista, con una passione per la politica che non ha mai travolto la sua vita. Coraggioso e stimato da tutti, era sicuramente un "uomo di parte", ma capace di ascoltare allo stesso modo amici e avversari. Anche perché poi, in fondo, molti suoi "avversari" erano amici: penso alle litigate in Consiglio Comunale con l'Avv. Luigi Concas o agli accesi confronti col Prof. Pasquale Mistretta.
Antony Muroni, già direttore del quotidiano "L'Unione Sarda", nel tracciare un profilo a caldo dell'Avv. Delogu, parlò di: «Un decisionista gentiluomo, un cittadino che non aveva scordato le radici paesane, un innamorato della Sardegna che liquidava come sciocchezze le pretese di distacco dall'Italia, un uomo di legge che contrastava l'applicazione cieca di certa giustizia, un uomo d'ordine che non condannava episodiche e genuine digressioni, un esponente dell'élite che non trascurava il doveroso confronto col popolo».
Una cosa è certa: Mariano Delogu, nella sua attività di amministratore, non ha mai anteposto il suo interesse al "bene comune" della città che amava davvero: in un'intervista rilasciata al quotidiano "L'Unione Sarda", in occasione dei suoi 80 anni, definì l'esperienza di sindaco (che ha vissuto dal 1994 al 2001) «quanto di più affascinante possa capitare nella vita, perché si ha l'occasione di fare qualcosa per la propria città».
Come sindaco era particolarmente sensibile all'etica del governare e aveva il senso della responsabilità collettiva che connota le buone classi dirigenti.
Era un uomo di indubbio successo: la sua è stata una vita da protagonista. Diventò sindaco di Cagliari il 26 giugno del 1994, quando si votò per la prima volta con la legge n. 81 del 1993, che prevedeva (e prevede) l'elezione diretta del sindaco. Ciò diede grande autorevolezza a Delogu, che poté scegliere, in piena autonomia, gli assessori. Del resto questa era la condizione che aveva posto per accettare la candidatura: «Nessuna pressione nella formazione della Giunta, decido io i nomi», aveva chiarito da subito.
Così, saltando l'estenuante fase delle trattative tra i partiti della coalizione che aveva vinto le elezioni e buttando nel cestino il "Manuale Cencelli", poté indicare una "squadra" composta esclusivamente da tecnici: professionisti d'alto livello e di specchiata onestà. Tutte persone di sua fiducia. Fu un'amministrazione efficiente, propositiva, attenta ai problemi della città e delle persone, che valse a Delogu anche la rielezione nel 1998.
Pur essendo un uomo di destra, è stato il sindaco di tutti i Cagliaritani. Suoi gli interventi al porto, finalizzati a restituire lo scalo alla città, l'avvio del restauro dei quartieri storici, il risanamento di Barracca Manna (con l'utilizzo dei fondi comunitari del Piano Urban), la realizzazione dei centri culturali e l'apertura dell'asse mediano. Ma ha anche effettuato tanti piccoli interventi che hanno contribuito a cambiare il volto della città rendendola più bella e più vivibile. Perché in fondo la città è come un mosaico, fatto di tante piccole tessere, ognuna delle quali all'apparenza non essenziale ma tutte necessarie al raggiungimento del risultato.
Mariano Delogu aveva un buon carattere: era ironico, disincantato, cortese con tutti ma duro e deciso, se necessario. E ciò sia nei "palazzi" della giustizia che in quelli della politica. Tra i colleghi e i magistrati aveva tantissimi amici: ricordo in particolare gli avvocati Gianfranco Anedda, Francesco Onnis, Luigi Concas, Bernardo Aste, Carlo Porceddu (vice sindaco nelle sue amministrazioni) e - tra quelli delle generazioni successive alla sua - Michele Loy, Alberto Cocco Ortu e Rita Dedola. Ma ricordo anche l'amicizia col Procuratore della Repubblica Carlo Piana.
Era un uomo dal cuore sincero, che sapeva farsi voler bene. Penso che - per queste ragioni - la sua scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile per la moglie Lia, per i figli e per gli amici più cari, ma ha anche lasciato un senso di amarezza e di nostalgia in quanti ebbero occasione di conoscerlo, frequentarlo e apprezzarne le doti umane e professionali.
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