EXCALIBUR 135 - dicembre 2021
in questo numero

Il codice di diritto naturale della Sardegna

Ovvero il codice della vendetta barbaricina

di Franco Di Giovanni
codice etico dei banditi sardi che si opponevano allo stato
Codice etico dei banditi sardi che si opponevano allo stato
Prima delle forme di stato e di governo sardi, note come giudicati, la vita di buona parte del popolo sardo era regolata da un codice di onore, che gli studiosi hanno poi denominato "codice della vendetta barbaricino", tramandato di generazione in generazione oralmente: esso era il codice comportamentale della comunità sarda prima ancora della opera legislativa occorsa coi giudicati prima e col Regno Sardo poi.
In luogo di un potere pubblico statale assente o inefficace, a giudizio della comunità o dell'individuo che si riteneva offeso, si ricorreva alla vendetta e maggiore era il danno subito, morale o materiale, più violenta essa poteva essere, di modo da tornare sempre in un rapporto pari in dignità e onore: le vendette si tramandavano nelle famiglie, e negli individui, di modo che a un furto subito si rispondesse con un furto di uguale valore, a un omicidio si portasse rimedio con un altro, ecc..
C'è da dire che in una società a popolazione agropastorale, privare le persone di un capo di bestiame col furto o distruggerne il raccolto, per fare un esempio, non voleva solamente dire togliere ipoteticamente alla famiglia gli unici mezzi di sostentamento, ma attaccarli anche nella dignità, in quanto gli si impediva il loro onesto lavoro e si imponeva perciò, in assenza anche di una legislazione o di uno stato che tutelasse i cittadini, talvolta una vendetta, anche sanguinaria, per non perdere oltre che le proprietà anche la faccia, cioè il rispetto della comunità.
Prima però, se possibile, che l'entità di tali offese andasse a superare un certo limite, era previsto anche in alcuni casi e zone un tentativo di equa pacificazione secondo le norme di detto codice.
Un accordo tra le parti secondo questo codice consuetudinario era detta "amistade", cioè amicizia, e la rivalità o il conflitto erano codificati come "desamistade".
La pace, le guerre e le alleanze erano decise secondo tali regole.
Questo codice sopravvive ancora oggi come codice comportamentale ove certe condotte non siano normate dalla legge e ha costituito il codice etico di quei banditi sardi che si opponevano allo stato nella storia sarda, mettendosi, grazie a esso, in relazione con il popolo locale, ottenendone talvolta appoggio o benevola neutralità, in quanto, in alcuni casi, portatori di istanze popolari di giustizia comunitaria, per quanto violente e discutibili.
In epoca contemporanea è purtroppo utilizzato anche da malavitosi comuni locali, nel tentativo spesso malriuscito di nobilitarsi, facendo di una tradizione sarda più che un uso, un abuso.
tutti i numeri di EXCALIBUR
VICO SAN LUCIFERO