Excalibur verde
SPECIALE
Sud Est, la rivista del Guf di Cagliari

Fucina dei maggiori intellettuali sardi del dopoguerra

frontespizio del volume di <b>Angelo Abis</b> e <b>Giuseppe Serra</b>
Frontespizio del volume di Angelo Abis e
Giuseppe Serra
Penso che dobbiamo essere davvero grati verso gli autori del libro, perché ci danno l'opportunità di conoscere le vicende di un'importante rivista, "Sud Est", che nonostante la qualità dei saggi pubblicati ha costituito, per diversi decenni, un tabù per tutta la cultura sarda del secondo dopoguerra.
La rivista - "Sud Est" - viene pubblicata a Cagliari dal novembre del 1934 al gennaio del 1943. Tra il 1934 e il 1935 è diretta da Francesco Alziator, tra il 1935 e il 1937 da Lino Businco, poi da Paolo Loy fino al 1940 e dopo questa data da Mario Zirano. È un mensile. Tra i suoi collaboratori troviamo gli universitari più vivaci, destinati a emergere in ogni campo. Molti di essi, in seguito, assumeranno un ruolo importante nella vita politica e culturale: penso, oltre al citato Alziator, a Luigi Pirastu, Giuseppe Brotzu, Andrea Borghesan, Marcello Serra, Salvatore Cambosu e Antonio Romagnino, solo per citarne alcuni.
Il periodo delle pubblicazioni coincide in parte con quello di "Mediterranea", altro mensile di cultura, fondato e diretto da Antonio Putzolu e animato soprattutto da Sebastiano Deledda, edito dal 1927 al 1937 col patrocinio del Pnf. La rivista si prefiggeva di dare un contributo alla definizione della "questione sarda" nel quadro di una funzione mediterranea dell'Isola. Su questa concezione del ruolo della Sardegna, e dunque anche sul senso da dare al sentimento sardista, ci fu una vivace polemica con la rivista "Il Nuraghe" di Raimondo Carta Raspi (che nasce, come bimestrale, nel febbraio 1923 per diventare presto un mensile e cessare le pubblicazioni nel gennaio 1930).
Anche nella rivista "Mediterranea" troviamo impegnato il meglio dell'intellighenzia sarda del tempo: il riferimento è a Raffaello Delogu, Damiano Filia, Giulio Dolcetta, Umberto Cao, Raffaele Di Tucci, Francesco Loddo Canepa, Michele Pinna, Medardo Riccio, Antonio e Dionigi Scano, Marcello Vinelli, Antonio Taramelli. E poi a Maria Luisa Cao Fasano, Ginevra Thermes e Mercedes Mundula, per dire che anche le donne erano presenti nel dibattito culturale del tempo.