EXCALIBUR 142 - luglio 2022
in questo numero

Europa kaputt

Il declino dell'Europa: dal rifiuto delle origini cristiano-giudaiche al ripudio della famiglia naturale, all'abbraccio dei diritti dei cosiddetti lgbt, all'apoteosi dell'aborto

di Angelo Abis
sempre più crepe attraversano l'Unione Europea
Sempre più crepe attraversano l'Unione Europea
Il 7 luglio scorso il Parlamento Europeo, in seduta plenaria, ha approvato una risoluzione con la quale si chiede l'inserimento del diritto all'aborto nella carta dei diritti Ue, ovvero nella Costituzione Europea.
Il testo è stato presentato da socialisti e democratici (dei quali fa parte il Pd), Renew Europa (liberali e macroniani), Verdi e Sinistra. La risoluzione è stata approvata con 324 voti favorevoli, 115 contrari e 38 astenuti.
A opporsi al provvedimento sono stati gli europarlamentari di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia, suscitando le ire del Pd nostrano: «Vergognoso voto contrario di Lega, Fi e Fdi: vogliono come modello per l'Europa la Polonia e l'Ungheria?», attacca Brando Benifei, capodelegazione degli eurodeputati del Pd.
La risoluzione non ha provocato particolari reazioni nell'ambito degli stati e delle opinioni pubbliche Europee, vuoi perché detta risoluzione non ha nessuna valenza giuridica in quanto il diritto all'aborto è competenza dei singoli stati Ue, vuoi perché gli Europei, tra conflitto in Ucraina, sanzioni, problemi di approvvigionamento del gas, inflazione, crisi politiche varie, hanno ben altre gatte da pelare.
Ma su questo non siamo d'accordo. La risoluzione non è altro che uno dei tanti atti posti in essere dalla formidabile lobby lgbt, che è un potere transnazionale saldamente insediato negli organi decisionali dell'Onu, dell'Unione Europea, dei grandi trust bancari e finanziari, degli stati "laicisti" occidentali e negli stessi Usa.
La tutela delle così dette minoranze discriminate è solo fumo negli occhi, in realtà la lobby chiede per sé poteri assoluti e, per chi non è d'accordo, l'eliminazione totale, il tutto condito da un bel po' di minacce.
In proposito la risoluzione parla chiaro: «Rinsaldare gli argini a protezione dei valori di democrazia, progresso e pace per contenere il processo di involuzione in materia di diritti civili. A fronte della decisione della Corte Suprema Usa di abolire il diritto all'aborto, si fa presente che negli Usa è in atto una vera e propria "regressione" in materia di diritti delle donne e di salute sessuale. Ogni persona ha diritto all'aborto sicuro e legale».
Nella risoluzione, inoltre, si esprime piena solidarietà e sostegno alle donne negli Stati Uniti e a quanti sono coinvolti nella prestazione e nella promozione del diritto e dell'accesso all'assistenza legale e sicura all'aborto in circostanze così difficili e si chiede al Congresso degli Usa di approvare un progetto di legge che tuteli l'aborto a livello federale.
Gli europarlamentari esprimono anche crescente preoccupazione per un possibile aumento del flusso di denaro per finanziare gruppi anti-genere e anti-scelta anche in Europa ed esortano i paesi Ue a depenalizzare l'aborto, a eliminare e combattere le rimanenti restrizioni giuridiche, finanziarie, sociali e pratiche in alcuni Stati europei. I Paesi membri dovrebbero altresì garantire l'accesso a servizi di aborto sicuri, legali e gratuiti, a servizi di assistenza sanitaria prenatale e materna, alla pianificazione familiare volontaria, a servizi adatti ai giovani, nonché alla prevenzione, al trattamento e al sostegno nella lotta all'hiv, senza discriminazione alcuna.
Si attacca inoltre il diritto all'obiezione di coscienza per motivi religiosi, con evidente attacco alla Chiesa cattolica, dimenticando che il famoso "giuramento di Ippocrate", testo base dell'etica medica, fa divieto ai medici di prestare la propria opera a favore delle pratiche abortive.
Ma ciò che è più grave è che per i suddetti parlamentari non esistono stati, popoli, religioni, uomini e donne fieri e felici di mettere al mondo dei figli: diritti del nascituro a vivere e non della donna a sopprimerlo.
In realtà la lobby lgbt ha accolto con terrore la sentenza della Corte Suprema americana, percepita come il tentativo - riuscito - di inficiare la leadership di Biden e riportare alla ribalta tutte le battaglie valoriali di Trump. A ciò dobbiamo anche aggiungere che il nuovo corso americano in materia di aborto fa miseramente fallire il tentativo, quasi riuscito, di mettere al bando gli stati europei meno inclini a farsi dettare le regole in materia di valori dalla Ue, Vedi Polonia e Ungheria. Guardacaso detti stati sono tutti "sovranisti" e pertanto considerati reazionari e antidemocratici.
Siamo quindi di fronte a un duro scontro di natura politica con lo scopo principale di ridurre alla ragione quegli stati, quelle comunità, quegli individui orgogliosamente legati alle proprie tradizioni, ai propri valori fondanti, al proprio diritto di autogestirsi.
Una lotta che non ammette, da parte nostra, indifferenza, sottovalutazione o - peggio - sorrisetti e ironia.
Al contrario, si richiede un impegno sentito e deciso, direi anche brutale, da parte di tutti noi quando è in corso una guerra tremenda che mette in gioco i valori della nostra civiltà.
«Vince sempre chi più crede, chi più a lungo sa patir».
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