EXCALIBUR 146 - novembre 2022
nello Speciale...

Il fascismo sardo e la Marcia su Roma

Da sinistra: <b>Angelo Abis</b>, <b>Pietro Cappellari</b>, <b>Fabio Meloni</b>, <b>Marco Cimino</b>
Da sinistra: Angelo Abis, Pietro Cappellari, Fabio
Meloni
, Marco Cimino
Da qui in poi l'intervento di Angelo Abis alla conferenza sul centenario della Marcia su Roma.
Non c'è storia sulla partecipazione del fascismo sardo alla Marcia su Roma: non un episodio, non un nome.
Ma attenzione: ciò non vuol dire che in Sardegna il fascismo e soprattutto Mussolini non abbiano svolto un ruolo fondamentale, perlomeno in due occasioni.
La prima a ridosso delle elezioni del 1919, quando il movimento dei combattenti offrì a Mussolini la candidatura nella loro lista: Mussolini la rifiutò.
Se l'avesse accettata sarebbe diventato deputato già nel 1919 in quanto il Movimento dei Combattenti elesse tre deputati.
Invece fu sonoramente sconfitto nel collegio di Milano dove prese meno di 4 mila voti.
La sua scomparsa e quella dei Fasci fu data per scontata, tant'è che i socialisti gli organizzarono un funerale sotto casa.
La seconda occasione ci fu nel 1923 quando il Gen. Gandolfo, nominato Prefetto di Cagliari per la bisogna, sancì la fusione tra il Partito Sardo d'Azione e il Partito Fascista, stabilendo di fatto la sconfitta dei fascisti della prima ora e la vittoria dei sardisti che avevano indossato la camicia nera, mantenendo però le proprie idee e il loro programma, che pur non essendo antagonista al fascismo era in parte diverso.
Ciò avvenne perché la fusione stabiliva che nei paesi dove la sezione del Partito Sardo d'Azione aveva più iscritti si sarebbe sciolta la sezione del Fascio e i suoi iscritti sarebbero confluiti in quella sardista e viceversa.
Si dà il caso, però, che i sardisti erano circa 30 mila mentre i fascisti solo qualche migliaio, per cui i nuovi segretari di sezione furono tutti sardisti.
Il caso più straordinario avvenne mi pare a Serramanna, dove il nuovo segretario del Fascio, sardista, somministrò l'olio di ricino all'ex segretario del Fascio che in passato gli aveva riservato lo stesso trattamento.
Si avverò così il progetto del Gen. Gandolfo e di Mussolini, che consideravano il capo dei fascisti della prima ora Sorcinelli, il proprietario dell'Unione Sarda, un farabutto, ed Emilio Lussu l'eroe puro.
Fatto sta che il fascismo assunse in Sardegna un nuovo volto che gli storici hanno battezzato come sardo-fascismo.
Il nuovo movimento aveva un suo simbolo, la bandiera dei quattro mori con il fascio littorio, e un suo programma, incentrato più sull'identità e sulla specificità della Sardegna, che sui grandi programmi imperiali dell'Italia.
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