EXCALIBUR 40 - gennaio/febbraio 2003
nello Speciale...

Il Comandante Cabras

Sopra: autunno '44 - Cabras arriva sul luogo di una manifestazione a Torino accolto dai reparti schierati (a destra le "Brigate Nere")
Sotto: inverno '45 - Cabras tiene un discorso alla truppa nel corso di una cerimonia ufficiale (il primo a sinistra, in abiti civili, è il Ministro dell'Interno Paolo Zerbino, poi fucilato a Dongo)
Nato a Bortigali, in provincia di Nuoro, nel 1901, Giovanni Cabras, dopo aver conseguito la licenza liceale, adempie agli obblighi di leva col grado di Sottotenente di Fanteria. È a Modena per il servizio di prima nomina nel periodo in cui più aspra, specie in quella zona, è la lotta fra estreme fazioni politiche, lotta che culminerà il 28 ottobre 1922 con la Marcia su Roma e l'avvento al potere di Benito Mussolini.
Tra i primissimi ad aderire alla appena costituita "Milizia volontaria sicurezza nazionale" (la sua anzianità di servizio risale al 14 aprile 1923), veste la divisa della nuova Forza Armata e, col grado di "centurione" (capitano), nel 1935 partecipa, da volontario, alla Guerra d'Africa.
Rientrato dall'Africa nel giugno del '36, non resiste al richiamo di una nuova importante sfida e nell'autunno dello stesso anno parte volontario per la Spagna, dove si combatte una durissima guerra per contrastare il pericolo della nascita di un primo governo comunista in Europa. In terra di Spagna inizialmente presta servizio al C.T.V. (Comando Truppe Volontarie), e successivamente, col grado di "seniore" (maggiore) gli viene affidato il comando di unità operative, con le quali partecipa a numerose tra le più importanti battaglie di quel conflitto, guadagnandosi una medaglia di bronzo e due croci di guerra al valor militare, unitamente alla cruz roja e alla cruz de guerra, decorazioni al valor militare concessegli dal governo spagnolo.
Rientrato in Patria nell'autunno del 1939, a guerra ultimata, è destinato dapprima al Comando Zona di Napoli e quindi a quello di Cagliari.
Qui lo trova l'inizio della Seconda Guerra Mondiale. Promosso 1º seniore (tenente colonnello), nel 1940 è comandante del 176º Battaglione CC.NN., con sede in Sardegna. Pur essendo la Sardegna considerata a tutti gli effetti "zona d'operazioni", non riesce ad accettare la forzata inattività e chiede insistentemente il trasferimento su un fronte di combattimento. Trasferimento che ottiene nella primavera del 1943, con destinazione nella Penisola Balcanica. Dapprima al comando di un battaglione e poi di un reggimento operanti in quello scacchiere pieno di insidie.
Qui lo coglie l'infausto 8 settembre, con la resa incondizionata del Governo Badoglio, resa di cui, come tanti altri comandanti di reparti operanti sui vari scacchieri, avrà notizia solo casualmente attraverso la radio da campo.
L'assoluta inaffidabilità degli ordini, contradditori e inspiegabili, fortunosamente captati via radio, lo costringe ad assumere la drastica decisione di trasferire tutto il reparto (per sua fortuna autonomamente autocarrato!) verso il confine italiano, che viene raggiunto e superato dopo qualche giorno. Pochi giorni sufficienti a far sì che si cominciassero a delineare quelli che sarebbero stati i futuri assetti della guerra sulla nostra penisola: da una parte i badogliani, succubi di alleati non troppo inclini a dare affidamento a generali troppo esposti al vento; dall'altra i vecchi e nuovi combattenti per l'Onore. Naturale la sua scelta per la Bandiera dell'Onore.
Inizialmente destinato al comando di una Scuola Allievi Ufficiali della Guardia Nazionale Repubblicana, nell'estate del 1944 è a Torino come vicecomandante provinciale della stessa G.N.R., di cui diviene comandante, col grado di colonnello, nell'autunno dello stesso anno.
In tale veste, il 25 aprile 1945 coordina le operazioni volte alla difesa e poi all'evacuazione della città di Torino, fino all'inevitabile ma onorevole resa agli Angloamericani, a Strambino Romano, presso Ivrea, il 5 maggio successivo.
In base al disposto del trattato di resa, che prevedeva la consegna delle armi entro il pomeriggio del giorno successivo e quindi l'internamento nei campi di concentramento allestiti dagli Americani in territorio italiano, il Colonnello Cabras, unitamente a numerosi altri ufficiali presenti nella colonna, viene trasferito nel tristemente noto campo di Coltano, dove rimane fino al luglio 1945.
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