EXCALIBUR 43 - giugno/agosto 2003
in questo numero

Lorenzo Siddi, il boia della Valle d'Aosta

Continua la "saga" dei Sardi nella Repubblica Sociale Italiana

di Angelo Abis
Il Battaglione M "IX Settembre", costituitosi subito dopo l'8 settembre presso Tolone, in Francia, con elementi del 50º e 42º battaglione da sbarco, fu aggregato al 2º reggimento della divisione tedesca "Branderburg" ed ebbe come primo comandante il capitano Zardo. Il reparto si trasferì nel mese di ottobre a Teramo, in Abruzzo, partecipando alle operazioni antiguerriglia e di rastrellamento di prigionieri slavi e angloamericani datisi alla macchia.
Suddiviso in distaccamenti (ebbe sempre un organico oscillante tra i 300-350 uomini), sempre aggregato alla divisione "Brandeburg", partecipò a tutte le operazioni sul fronte di Cassino e di Nettuno, ritirandosi, dopo che gli Alleati occuparono Roma, sulla direttrice Firenze-Forlì, per essere poi, nel maggio '44, rinviato nelle Marche per rendere più sicuro il retrofronte abruzzese e marchigiano.
Sotto il comando del Ten. Valent prima e del Ten. Colaciano dopo, subì numerose perdite negli scontri con le formazioni parmigiane. In particolare nel comune di Sorano, in una imboscata caddero o rimasero feriti 23 legionari. Altri legionari, tra cui Siddi, rimasero feriti o uccisi per il ribaltamento di un camion causato da uno sbarramento dei partigiani sulla strada Teramo-Ascoli.
Dal giugno sino al 25 agosto del '44 il battaglione si ritirò, sempre combattendo, in Romagna. Il 10 agosto, a Castrocaro, fu passato in rassegna da Mussolini e da Renato Ricci. Mussolini così parlò ai legionari: «II Battaglione IX settembre è da considerare il padre del nuovo esercito repubblicano perché mai voi scioglieste le file, mai deponeste le armi. Se tutti i soldati d'Italia l'8 settembre avessero imitato il vostro esempio, l'Italia non si troverebbe in così tristi condizioni e non sarebbe ora calpestata da un nemico composto da 22 razze e che è pagato dalla sterlina inglese, dal rublo russo e dal dollaro americano».
A fine agosto il battaglione fu trasferito in Val d'Aosta. La permanenza in quella regione del "IX Settembre", fu caratterizzata da vere e proprie battaglie campali contro consistenti e agguerrite bande partigiane, campagne che portarono, ai primi di novembre, anche alla liberazione dell'importante centro di Gogne. Alcune settimane prima a St. Pierre accadde l'episodio che fu la causa della condanna a morte di Siddi, il quale in quella località catturò sei partigiani tra cui una donna, cinque dei quali vennero poi fucilati.
A partire dal 18 novembre il reparto lasciò in treno la Val d'Aosta per raggiungere, dopo un viaggio periglioso, la città di Angerbourg nella Prussia Orientale, dove per alcune settimane fu impegnato in operazioni tattiche e di addestramento, nonché in difesa dalle avanguardie russe che si avvicinavano nella zona. Divenuta imminente l'occupazione russa, il battaglione fu fatto rientrare in Italia a Lumezzane in provincia di Broscia, dove rimase fino al 31 marzo per dislocarsi poi nella zona di Vittorio Veneto sotto il comando del Ten. Qrossano. Gli scontri coi partigiani durarono fino al 28 aprile; una parte del reparto si arrese alla brigata partigiana "Piave" e, maltrattamenti a parte, si salvò in quanto fu consegnata agli Inglesi. Il gruppo più consistente però, fatto prigioniero dai partigiani rossi della divisione "Nannetti", fu massacrato nei giorni successivi alla resa. Del battaglione fecero parte oltre Lorenzo Siddi di Uras, anche i seguenti militi sardi: Bureddu Ugo, Cocco Luigi, Lebiu Pietro di Carbonia, Mantovani Tullio di Oschiri, Patzatu Giovanni di Pattada, Pisu Luigi di Siliqua.
Bibliografia.
- Andrea Di Nicola, "Da Tolone a Vittorio Veneto. Storia del I Battaglione M 'IX Settembre' - I legionari dell'onore" - Marino Solfanelli Editore (Chieti 1995).
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