EXCALIBUR 91 - aprile 2016
nello Speciale...

Dall'Uomo Qualunque e dal Partito Fusionista al Movimento Sociale Italiano

1956 - Visita alla sezione del Msi a Carbonia di Rachele Mussolini. Alle sue spalle l'On. G.M. Angioy e il segretario di Carbonia Sebastiano Pomata
Si è detto dell'Uomo Qualunque, il cosiddetto "partito ombrello" sotto il quale si ripararono i fascisti, privi ancora di una casa madre: le polemiche contro il regime del Cln, le battute irriverenti contro personaggi della Resistenza, come Ferruccio Parri, il clima di forte critica verso la "dittatura antifascista" avevano di fatto reso simpatico ai neofascisti il personaggio Giannini. Tuttavia, il partito che permise ai neofascisti di ritrovarsi a casa, prima del Msi, fu il Partito fusionista, una formazione poco considerata, così come poco considerato fu Eveno Arani, colui il quale prese da Marengo la volontà di costituire un partito, oltre che realizzare il primo giornale neo-fascista italiano, "Manifesto", il cui primo numero uscì, incredibilmente, il giorno dopo la uccisione di Mussolini, il 29 aprile 1945. Il Partito fusionista diede cittadinanza ai fascisti, i quali avevano approfittato dell'Uomo Qualunque finché non c'erano state alternative; si resero subito conto che il tema della nazione fosse centrale e che il partito di Giannini non lo amasse particolarmente.
Soltanto con la nascita del Msi e con il consolidamento della sua struttura organizzativa, il partito fusionista cominciò ad avere dei problemi: il passaggio di dirigenti locali, come nel caso del responsabile sardo, al Msi fu un fatto sempre più frequente. Il Msi aveva dalla sua due elementi che né i qualunquisti, né i fusionisti potevano permettersi: una struttura a livello nazionale, mentre i due partiti erano presenti soprattutto al Sud, e l'attenzione dei vecchi dirigenti fascisti i quali, grazie all'azione cospirativa e organizzativa di Romualdi, ritennero il Msi il partito più idoneo a rappresentare la continuità del fascismo. Senza la figura di Romualdi, vice segretario del Partito fascista repubblicano, inseguito dalla condanna a morte da parte della Corte d'Assise straordinaria di Parma e inseguito anche dalla molto presunta discendenza da Mussolini, il Msi non sarebbe probabilmente nato e sarebbe stato uno dei tanti movimenti neofascisti dell'immediato dopoguerra. L'azione di Romualdi, invece, riuscì a costruire una rete molto estesa di reduci, soprattutto attraverso i fitti rapporti che il dirigente fascista aveva avuto nel passato; in questo modo, Romualdi rappresentò una figura carismatica in grado di attrarre vecchi e giovani fascisti, sia coloro che vedevano in lui la Repubblica Sociale, sia coloro che vedevano in lui, invece, un abile tessitore non lontano dai servizi americani, sicuramente anti-comunista, il possibile realizzatore di una destra moderata in grado di recuperare e "riciclare" la vecchia classe dirigente fascista in un quadro completamente mutato.
Il volume di Abis e di Serra dettaglia tutti i momenti fondativi della storia della Fiamma sarda: con una suddivisione per provincia, passano tutti i dirigenti, le sezioni, i momenti di prima aggregazione del Msi. La nascita della Fiamma avvenne in Sardegna nella seconda metà del 1947 a opera di chi era transitato dal fascismo clandestino ai partiti "ombrello". Se a Cagliari il Msi è dichiaratamente di destra, con forti venature cattoliche, almeno nella sua strutturazione originaria, in provincia di Sassari già si notava la spaccatura fra un vertice moderato e di destra e una base giovanile ostile ai compromessi con le forze borghesi.
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