EXCALIBUR 91 - aprile 2016
nello Speciale...

La stampa neofascista e i personaggi di riferimento

Anni '50 - Da destra: Giorgio Almirante, Arturo Michelini, Augusto De Marsanich, Gianni Roberti, Roberto Mieville
Ottima la scelta di dedicare alla stampa periodica il terzo capitolo della ricerca. Il "Quarantotto" e i "Risveglio" a Sassari, i primi giornali neofascisti sardi, si segnalavano per la loro posizione moderata, filo atlantica, nazionale e anticomunista e non disdegnavano di cercare agganci e soluzioni per fare rientrare nel gioco politico i fascisti, senza fantasie di impossibili restaurazioni. Molto spazio, giustamente viene dato nella ricerca alle elezioni del 18 aprile, allorché il Msi dovette resistere alla ondata democristiana, in chiave nettamente anticomunista e con la volontà di recuperare tutto il possibile a destra. Dal punto di vista tattico, fu indispensabile in quella occasione puntare sugli elementi identitari: la socializzazione, il richiamo reducistico alla Rsi, lo Stato nazionale del lavoro, la rivendicazione degli elementi positivi del regime, la rivalutazione del sindacalismo fascista, un moderato terzaforzismo per segnalare la necessità della difesa nazionale contro la politica dei blocchi. Ogni altro richiamo moderato sarebbe stato sopraffatto dalla potenza organizzativa ed economica della Dc. L'esito, come in tutta Italia, non fu lusinghiero. La Sardegna diede alla Fiamma qualcosa in più del dato nazionale: invece del 2%, il Msi sardo ebbe il 2,77%, con punte maggiori a Sassari che a Cagliari, con una prevalenza nelle città che nelle campagne.
La vita successiva fu segnata dalle polemiche interne, nelle quali prevalse la linea moderata anche se i congressi provinciali fecero vincere sempre candidati che si schierarono con Almirante anche non condividendone la linea politica. Un fenomeno curioso, questo, ma non soltanto sardo. Il fascino e il carisma di Almirante erano unici e molti ne erano conquistati; dal punto di vista politico però manifestavano posizioni micheliniane e quindi aperte al dialogo con la destra e con i monarchici in particolare. Questa politica diede i suoi frutti nel 1949 in occasione delle elezioni regionali nelle quali il Msi triplicò i voti, attestandosi nelle città a livelli tra il 9% e il 17%. Un successo clamoroso confermato dall'exploit dei monarchici: insieme le due forze riuscivano a raggiungere il 25%.
Il volume dedica al raggruppamento giovanile e al giornalista Stanis Ruinas, esponente della sinistra fascista e, nel dopoguerra, vicino al Pci, pagine di notevole interesse. Chiude la ricerca una serie di profili degli uomini più significativi della destra sarda che sono assai utili al lettore perché offrono ulteriori elementi per potere meglio comprendere la complessa realtà isolana. Fondato su un rigoroso apparato documentario, il volume si presenta leggibile e interessante, con aspetti poco noti o del tutto ignorati; lo scopo del volume era quello di fare per la prima volta luce sulla nascita del Msi sardo: tale obiettivo è stato completamente raggiunto e questo lavoro si inserisce a pieno titolo nella produzione scientifica sulla destra italiana.
La speranza del lettore è duplice: in primo luogo, che gli autori continuino la ricerca fino a realizzare una storia del Msi sardo dall'inizio alla fine; in secondo luogo, che questa ricerca determini il ritrovamento di altri documenti, la produzione di memorie, lo studio di altri organi di stampa allo scopo di colmare le molte lacune documentarie che gli Autori hanno segnalato in questa opera e nonostante le quali hanno realizzato uno studio di assoluto rilievo.

Chi volesse acquistare il volume può rivolgersi a Pier Giorgio Angioni (telefono. 338.9584764).
Per il momento è anche reperibile a Cagliari in Via Grazia Deledda, 34, presso la libreria Succa, e nell'edicola di Viale Diaz (zona parcheggio banche)
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