EXCALIBUR 1 - marzo 1998
in questo numero

Dicono di Fini...

della Redazione
Vittorio Feltri (da "Il Borghese").
«Gianfranco Fini a Verona ha fatto bella figura, è piaciuto il suo modo di fare; l'eleganza e la chiarezza del suo eloquio hanno sedotto amici e avversari. Qualcuno sostiene che, se oltre a dire bene, sapesse anche che cosa dire sarebbe meglio, ma questa è una malignità».
Marcello Veneziani (da "Lo Stato").
«Egli ha disegnato un grande partito apolitico, maturo e solido ma privo della sua ragione sociale, politica, culturale e ideale. Fini ha cominciato una svolta e poi ha proseguito la curva, fino a disegnare un partito rotondo, senza spigoli, senza avversari chiari e distinti. Un "partito carta assorbente". Ecumenico, centrista, con vari spicchi per tutte le correnti. A Verona A.N. ha compiuto la legittimazione ma ha perduto la motivazione. D'ora in poi, il quadro politico italiano non potrà più prescindere da A.N.. Ma d'ora in poi l'elettore di A.N. dovrà trovare di volta in volta una buana ragione di programma e di candidati per votarla».
Francesco Cossiga.
«Berlusconi non ha più la possibilità di diventare leader della coalizione, ammesso che ci sia ancora, questo lo sa anche lui. Non può fare quello che ha fatto Fìni: riunire uomini che hanno la storia e qualcosa in cui credere. Se l'immagina un'ovazione come quella riservata a Gianfranco da un'assemblea di funzionari della Standa?»
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