Excalibur rosso
SPECIALE
Il Sottotenente di vascello della X Mas Pasca Piredda

Donna e pure Sarda!

La recente scomparsa.
Il 7 gennaio è deceduta a Roma Pasca Piredda, figura di spicco della R.S.I., unica donna ad aver vestito la divisa militare di combattente.
La ricordiamo con queste righe tratte dal libro "L'ultima frontiera dell'onore. I Sardi a Salò", di Angelo Abis, di prossima pubblicazione.
Pasca Piredda, con la divisa del G.U.F., accompagna le allieve in visita a una stalla per la mungitura (1939)
Pasca Piredda nasce a Nuoro presumibilmente nel 1917. La famiglia è di origine agro-pastorale, ma, per quei tempi, siamo intorno ai primi del 900, vanta una buona condizione economica abbinata a un elevato livello culturale.
Il padre, Pietro, titolare di un'azienda boschiva, e la madre, Grazia Guiso, possono vantare parentele altolocate: la madre è cugina di Grazia Deledda. Un'altra cugina è moglie di Alfredo Deffenu, procuratore generale a Genova, un'altra ancora è moglie di Antonio Pais, rettore del convitto nazionale della stessa città. Parente stretto del padre è invece Sebastiano Pirari, rettore del convitto nazionale di Roma. Sono inoltre amici di famiglia il poeta Sebastiano Satta e i pittori Carmelo Floris e Giovanni Ciusa Romagna. Quest'ultimo sarà professore di disegno di Pasca(1).
Caso abbastanza singolare, tutto il parentado è sardista e antifascista militante: una zia, Graziella Sechi, sposata a Dino Giacobbe, finisce anche in carcere con un'amica nel 1937 per attività antifascista(2).
Il che, tuttavia, non impedisce a Pasca di compiere, parallelamente al percorso scolastico, un cammino analogo nelle organizzazioni giovanili del Partito Nazionale Fascista. Probabilmente nel 1937, il P.N.F. bandisce un concorso per il miglior scritto sul fascismo, riservato alle giovani diplomate o diplomande. La premiata, una per ogni provincia, potrà frequentare la scuola di partito per assistenti sociali con sede a Roma, nel convento di San Gregorio, oggi sede dell'ordine delle suore di Maria Teresa di Calcutta.
Pasca è premiata per la provincia di Nuoro. Si trasferisce a Roma, dove compie gli studi per assistente sociale e al contempo svolge, per conto del P.N.F., attività di educazione e di assistenza alle donne nelle borgate romane.
A ridosso del secondo conflitto mondiale consegue anche la laurea in scienze politiche e scienze coloniali. Come dirigente femminile del Gruppo Universitario Fascista (G.U.F.), tiene conferenze di carattere politico nelle sedi rionali del partito e nelle scuole. Questa attività le dà occasione di conoscere Fernando Mezzasoma, segretario nazionale del G.U.F., il quale, apprezzando le capacità di sintesi della ragazza, si avvale della sua collaborazione per la stesura di ricerche biografiche sui grandi mistici di tutti i tempi, da Cristo a... Mussolini!
Pasca attraversa indenne, a Roma, sia il 25 luglio che l'8 settembre grazie all'aiuto (alimentare) che riceve dalla famiglia e alla vicinanza del fratello Bruno, ufficiale dei carristi. Apprende la notizia della liberazione di Mussolini direttamente da una telefonata di Mezzasoma, con la richiesta di fare la segretaria del Ministro della stampa e propaganda, quale è diventato Mezzasoma all'atto della costruzione del governo della R.S.I., il 23 settembre del 1943. Detto e fatto: il 5 ottobre ministro e segretaria lasciano Roma in pullman diretti al nord con tappa finale a Salò.
(1) Cfr. Pasca Piredda, "L'Ufficio Stampa e Propaganda della X Flottiglia MAS" - Editrice Lo Scarabeo, Bologna 2003.
(2) Il 17 marzo del 1937 Graziella Sechi e l'insegnante elementare Mariangela Maccioni vengono arrestate "per avere esaltato la figura dell'anarchico Dettori Giovanni, morto combattendo fra i rossi in Ispagna". La Sechi viene rilasciata il 13 maggio e ammonita. L'Ing. Giacobbe, a seguito di un articolo ritenuto diffamatorio nei confronti delle due donne apparso sul giornale fascista Nuoro Littoria, sfida a duello il federale fascista Mario Canio. Arrestato su disposizione del questore, viene rilasciato dopo qualche settimana. Espatrierà clandestinamente nel mese di settembre recandosi nella Spagna repubblicana. Cfr. Manlio Brigaglia, Francesco Manconi, Antonello Mattone e Guido Melis, "L'Antifascismo in Sardegna", pagg. 83-86 - Edizioni Della Torre, Cagliari 1986.