EXCALIBUR 61 - settembre 2010
in questo numero

Le origini della destra in Sardegna

Il partito dell'Uomo Qualunque (1945-1956)

di Angelo Abis
Sopra: "Le origini della destra in Sardegna - Il partito dell'uomo qualunque (1945-1956)" di Giuseppe Serra
Sotto: il simbolo dell'U.Q.: il torchio che spreme il cittadino
"Le origini della destra in Sardegna" non è un volume che nasce a caso per opera del giovane e pur validissimo studioso Giuseppe Serra, ma rappresenta un'ulteriore tappa di un cammino non breve e non facile che ha l'ambizione di scrivere alcune pagine di storia sarda, segnatamente quelle che vanno dal 1943 al 1949, che tanti storici, soprattutto accademici, non hanno ritenute degne di attenzione, vuoi per ignavia, vuoi per pregiudizio ideologico, vuoi per non mettere in discussione i dogmi del politicamente corretto.
Alcuni anni fa ricevetti una mail di Giuseppe, allora, come ora, professore di lettere in un istituto di Sassari, appassionato di storia, che, avendo letto nel volume di Giuseppe Parlato "Fascisti dopo Mussolini", un qualche riferimento alla mia persona, mi chiese candidamente dove poteva trovare le mie opere.
Gli risposi "a perdonare", perché tutto il mio scibile era concentrato nella tesi di specializzazione in studi sardi: "I Sardi a Salò e il Fascismo clandestino in Sardegna - 1943-1946", che nessuno aveva voluto pubblicare.
Giuseppe mi aiutò a pubblicare la mia prima opera: "L'ultima frontiera dell'onore - I sardi a Salò", mettendomi in contatto con una straordinaria e singolare figura di editore: il Prof. Paolo Buzzanca, Siciliano trapiantato a Sassari, ex consigliere regionale radicale, con un debole per tutti i dannati della terra, le figure trasgressive e trasversali, le vittime di ogni giustizia togata e ingiustizia terrena.
Da allora è sorta tra me e Giuseppe una comunanza di idee, progetti e ricerche che hanno riguardato e riguardano il già pubblicato "Sardi a Salò" ed "Il fascismo clandestino in Sardegna" in corso di stampa, per parte mia, "Il partito dell'Uomo Qualunque", per parte di Giuseppe, e infine "Le origini del MSI in Sardegna", che dovrebbe essere pubblicato nel 2011, a opera di entrambi.
Ma veniamo al volume di Giuseppe: perché parlare dell'Uomo Qualunque in Sardegna?
Innanzitutto perché nessuno ne ha mai parlato, se non a livello di articolo. Non è però che le cose siano andate meglio a livello nazionale: dobbiamo aspettare i primi anni '70 per vedere le prime opere "serie", in particolare "Il Qualunquismo e l'avventura di Guglielmo Giannini" di Gino Pallotta e "L'Uomo Qualunque 1944-1948", di Sandro Setta.
Eppure l'Uomo Qualunque fu una novità assoluta nel panorama grigio e tragico di una Italia ancora occupata dagli alleati e gestita dai sei partiti del CLN, i cui uomini che non contavano niente e, tuttavia, o proprio per questo, si erano dati il compito di "educare" gli Italiani alla democrazia con la stessa arroganza e supponenza che, sino a non molti mesi prima, molti di essi, pretendevano di educare gli stessi Italiani al fascismo.
Giannini ebbe il coraggio di denunciare tutto questo con veemenza, servendosi di un linguaggio colorito e popolare, al limite del turpiloquio, avendo come unica arma prima un settimanale e poi un quotidiano: "L'Uomo Qualunque", riportante nella testata la figura del torchio che premeva sino all'inverosimile il corpo di un qualunque Italiano già ridotto male dalla guerra e dalla fame. Milioni di Italiani si riconobbero in lui, segnatamente la piccola e media borghesia, che, avendo fatto la guerra con onore, per spirito patriottico, non accettava di essere posta sul banco degli accusati come corresponsabile delle presunte iniquità e aberrazioni del fascismo.
Sorse così, per la prima volta in Italia, una destra a-ideologica, antipartitica e populista, con un leader carismatico, sì da farla considerare, ormai universalmente, come antesignana degli attuali e inediti movimenti di Bossi e Berlusconi.
Per tornare alla Sardegna, Giuseppe ci descrive un movimento che in tempi brevissimi si sviluppò in maniera capillare, coinvolgendo, nel suo operare, fette di opinione pubblica cattolica, monarchica ed ex fascista in una dura battaglia contro Emilio Lussu e i "lussiani", le sinistre e la resistenza.
Battaglia di cui fu alfiere il settimanale "Presente", edito a Cagliari da Italo Mereu, un grande storico del diritto internazionale scomparso alcuni anni fa. La classe dirigente sarda qualunquista annoverò personaggi di spicco, quali, oltre il già citato Italo Mereu, il Prof. Antonio Spanedda,, il Prof. Mauro Angioni, l'Avv. Walter Angioi, Mario Tufani ed Efisio Lippi Serra a Cagliari, Ugo Puggioni e Giuseppe Abozzi a Sassari,l'Avv. Francesco Sanna Randaccio a Oristano, Mario Mereu e Gabriele Manca a Nuoro.
Il qualunquismo ebbe poi nell'Isola due caratteristiche che Giuseppe pone ben in evidenza: 1) la Sardegna fu la seconda regione d'Italia, dopo le Puglie,ove l'Uomo Qualunque raccolse la maggior messe di voti nelle elezioni amministrative del 1946; 2) il partito, ormai estinto in tutta Italia già alla fine degli anni '40, ebbe un ultimo guizzo in Sardegna, presentando una propria lista alle elezioni comunali di Cagliari nel 1956.
Librerie nelle quali sono in vendita i seguenti volumi:

- "L'ultima frontiera dell'onore. I Sardi a Salò", di Angelo Abis
- "Le origini della destra in Sardegna: il partito dell'Uomo Qualunque (1945-1956)", di Giuseppe Serra

(per richieste di copie in deposito, rivolgersi alla casa distributrice "Giovanni Lella" - Sassari - tel.: 329.1129983, mail: elletilibri@tiscali.it)

- Tiziano - Via Tiziano, Cagliari
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