EXCALIBUR 84 - gennaio 2015
in questo numero

Le alternative all'inganno del "Contratto Sociale"

Le idee di uno dei più famosi anarco-individualisti della storia

di Luigi Angotzi
Lysander Spooner (1808- 1887)
Lysander Spooner, anarchico statunitense di metà '800, muoveva le sue critiche al "regime democratico" facendo una disamina al concetto di "Contratto Sociale", già anticipato dagli scritti di metà '700 dall'illuminista elvetico J.J. Rousseau. Spooner sosteneva attraverso un ragionamento prettamente giuridico la non validità dei Governi, dello Stato e delle Leggi.
Difatti, le Carte Costituzionali adottate dagli Stati come documenti che vincolavano il popolo "ab aeterno" possono essere annoverate nella categoria dei "contratti".
Le costituzioni, se mai dotate di legittimità, sono state ratificate da individui (solo taluni ne accettavano il contenuto, ma mai la totalità di essi) ormai deceduti e quindi è inammissibile che esse vengano ritenute ancora valide, proprio perché parte dei contraenti non esistono più. Spooner approfondisce il concetto dimostrando anche come tali contratti vengano raramente rispettati e quindi, proprio per inadempienza, dovrebbero ritenersi "non più validi" (risoluzione per inadempimento).
A partire da questi ragionamenti egli afferma che «le Nazioni, i Governi e gli stati non hanno legalità alcuna e che i giuramenti sulla Costituzione non hanno validità giuridica».
Il contratto sociale è da ritenersi "non valido" e quindi i Governi devono essere considerati come un'associazione di malfattori, che, dietro la pretesa d'offrire protezione ai cittadini, impone il pagamento delle tasse.
«Il governo non si accontenta d'esercitare l'autorità sugli individui, ma cerca di spaventarli o persuaderli che senza la sua autorità la vita sarebbe impossibile. Se il governo è dunque illegittimo, lo Stato è, come il Governo, un usurpatore delle libertà individuali che basa la propria autorità sulla passività dei governati».
Dunque, alla luce di queste riflessioni, il fallimento del "Contratto Sociale" è palese; tuttavia non bisogna eliminare tout-court la categoria dei contratti, infatti se questi vengono conclusi nella libera autonomia negoziale delle parti (in condizioni di parità), la volontà darà legittimazione a questi accordi.
Gli effetti, cioè i risultati giuridici ed economici, saranno prefissati e si otterranno con la spontanea collaborazione delle parti, queste saranno poi libere di rinnovare l'accordo o meno.
Tali liberi contratti potrebbero far nascere ad esempio "città private", ossia con una gestione dei servizi (demandati a privati) efficienti e che non creano debito, cioè ci costerebbero solo la prestazione, non saremmo quindi costretti a pagare tasse su tasse per ripianare debiti fatti da Comuni, Province e Regioni scaricati sui (pessimi) servizi offerti. Inoltre non saremo costretti a tenere in piedi con i nostri soldi "carrozzoni" pubblici e municipalizzate solo per garantire voti clientelari a politicanti affaristi.
La cattiva gestione dei Comuni potrebbe essere risolta in questo modo, togliendo potere decisionale al Pubblico e restituendolo ai privati cittadini, chi meglio di loro potrebbe scegliere con oculatezza i servizi che ritiene più opportuni per sé?
Stesso discorso vale per le strade, argomento spauracchio per chi non conosce le tesi libertarie.
Ogni qualvolta che si cerca di sottrarre tale gestione dai poteri dello Stato (per affidarlo a una gestione privata) si alza subito un vespaio di critiche, le principali delle quali sono: «Se non ci fosse lo Stato chi le costruirebbe le strade?», oppure anche: «Chi si occuperebbe della manutenzione?».
Domande che trovano congrua risposta nella stessa forte motivazione che fa sorgere il contratto volontario privatistico.
Chiudo questa mia breve esposizione facendo notare come gli argomenti in questione siano (sempre) di stretta attualità: basti pensare alla spiacevole vicenda del Decreto "Salva Roma": in una città con una gestione privata un fatto del genere non sarebbe mai potuto accadere.
Fare debiti e pagarli con i denari di altri individui è purtroppo la conseguenza dell'attuale sistema deresponsabilizzato delle proprie azioni.
Anche la protesta (mal indirizzata) dei "forconi" in una strada a gestione privata non si sarebbe mai potuta realizzare. Il motivo è semplice: quando si paga una prestazione di questa natura, chi eroga il servizio si prodiga affinché nessuno disturbi con atti lesivi il diritto di circolazione di chi ha pagato per usufruirne.
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