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La Siria, l'Iran, Putin e il futuro del Medio Oriente

La lotta tra Ebrei e Arabi

Israele-Palestina: pace impossibile?
L'immagine storica del Medio Oriente dal 1948 in poi, incentrata sulla contrapposizioni tra Ebrei e Arabi, è andata mutando radicalmente nel corso dell'ultimo decennio, a partire dall'11 settembre 2001.
L'11 settembre è il segnale di attacco, dall'interno, contro i regimi arabi, la fine dell'apparente unità delle alleanze contro Israele e il Sionismo.
Caratterizzato dall'apertura di crisi politiche, sociali, religiose ed etniche all'interno dei singoli stati, anche dove sembravano più saldi, come il Regno Saudita, uno dei centri propulsori della politica regionale del mondo arabo e della versione wahabitica dell'Islam. Per intendere bene la nuova costellazione storica conviene partire dalla fondazione dello stato di Israele nel 1948. Un avvenimento che ha cambiato la storia. La nascita dello stato ebraico ha colpito profondamente il mondo arabo, per secoli suddiviso in principati e governatorati, dalla fine dei grandi imperi medioevali fino al crollo del dominio ottomano e alla partenza degli Europei.
Nasser, Saddam Hussein, l'Iran dopo la caduta dello Scià hanno affidato il destino politico alla costruzione di un nuovo stato, orientato principalmente contro il Sionismo e la distruzione di Israele.
Fu una politica di affermazione dello stato nazionale che suscitò vasto consenso presso una popolazione devota all'Islam, chiusa nella prigione della censura di stato, e nella cultura delle moschee, allora controllate dei capi politici.
I regimi arabi erano instabili fin dalla nascita come organizzazione statuale, poiché derivano da una congerie di tribù senza tradizione giuridica e costituzionale comune. La stabilità politica e sociale è sempre stata affidata ai militari in Siria, Iraq, Egitto, nei paesi "laici", al clero con la polizia religiosa, appoggiati dall'esercito, negli Stati del Golfo e in Iran, pronti a intervenire senza scrupoli contro i moti di protesta.
Anche se la distruzione di Israele e la riconquista di Gerusalemme sono stati i temi retorici e politico-religiosi dominanti, gli ideali sionisti di uguaglianza hanno esercitato un effetto profondo nella formazione delle opposizioni nei nuovi stati Arabi, soprattutto presso l'Islam militante.
Le comunità religiose sono state l'unica vera opposizione organizzata nei luoghi dove è mancato un partito costituzionale e un centro di organizzazione della protesta. Israele è stato un modello soprattutto perché si è costituito anche come stato con una forma religiosa precisa e con un progetto rivoluzionario moderno.
Questi due aspetti, l'organizzazione dello stato e la religione, hanno suscitato, presso gli Arabi, un grandissimo interesse e la speranza di realizzare il loro nuovo stato islamico, anche se non, di certo, riprendendo il modello dello stato di diritto in Israele.