EXCALIBUR 9 - marzo / aprile 1999
nello Speciale...
Sopra: Umberto Boccioni, disegno per la copertina del libro "Musica Futurista" di Francesco Balilla Pratella (1912)
Sotto: Mario Chiattone, "Costruzioni per una metropoli moderna" (1914)

Musica e "arte dei rumori"

Il primo musicista del movimento è Francesco Balilla Pratello, autore del "Manifesto dei musicisti futuristi". I suoni puri sono superati per dare spazio al "suono-rumore".

Architettura

11 Luglio 1914: "Manifesto dell'architettura futurista", dove l'architetto Antonio Sant'Elia esalta la bellezza nuova del cemento e del ferro. La "Città futurista" rappresenta il mondo del lavoro e delle fabbriche, funzionale perché generata dalla necessità; è la città di massa che si espande in verticale con i grattacieli chiamati "grattanuvole".

Teatro

11 Gennaio 1911: nel "Manifesto dei drammaturghi futuristi", Marinetti propone il "disprezzo del pubblico" ed esalta la voluttà di essere fischiati. Ma è con il Manifesto futurista sintetico che avviene la rottura con il teatro nazionale.
Ne "Le Basi" il sipario si alza all'altezza delle gambe per demistificare la gestualità delle mani, mentre nel "Non c'è un cane" lo scenario si apre su di una via deserta e non accade veramente nulla.
In "Grigio+Rosso+Violetto+Arancione" un attore esce dal ruolo e va ad aggredire verbalmente uno spettatore, poi rientra in scena e dice di essersi sbagliato!

Provocazioni futuriste

Ma il Fascismo fu Futurismo?
23 Marzo 1919: Mussolini fonda i "Fasci Italiani di Combattimento", vi aderiscono i futuristi di Marinetti.
Marinetti-Mussolini: rivoluzionari e antiborghesi, due uomini e una prima sola idea. Marinetti teorizzò una rivolta dell'azione sulla contemplazione, Mussolini fece dell'azione politica la sua bandiera.
Tutto ciò che si è scritto sul futurismo e sull'eclettica figura di Marinetti ha una nota comune, la sottolineatura del suo primo distacco da Mussolini; solo dopo aver precisato questo passaggio la critica storica riesce a parlar bene del futurismo, della sua carica innovativa, della sua genialità, della sua visione della società diversa, alternativa al paradiso marxista.
Vorremmo, nel nostro giornalino, aprire un dibattito il più possibile oggettivo su tale punto, perché alla faziosità delle sinistre non si contrapponga una pari faziosità nostalgica. Ne saremo capaci?
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