EXCALIBUR 129 - giugno 2021
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I sardisti di Lussu rompono coi fascisti

gruppo di sardisti della prima ora in un paese della Sardegna
Gruppo di sardisti della prima ora in un paese della
Sardegna
I 4 eletti, insieme ai 2 del partito d'azione molisano, confluirono nel gruppo parlamentare dei combattenti insieme ai 35 deputati fascisti neoeletti, fra cui Mussolini.
Il gruppo votò compatto la fiducia al governo Bonomi, che era succeduto al dimissionario Giolitti. Purtuttavia rimaneva sempre fisso l'obbiettivo dei sardisti di creare un grande partito d'azione nazionale, in vista del quale il 20 settembre 1921 stipularono il patto di alleanza sardo-molisano. Ma la cosa non ebbe seguito. Ben presto il governo Bonomi fu messo in crisi da una travolgente azione di piazza dello squadrismo, prodromo a quella che poi sarebbe stata la marcia su Roma. Fallita l'intesa col partito molisano, i sardisti si volsero al movimento dannunziano, considerato in quel primo scorcio del '22 come alternativo al fascismo.
Ne parlò nel 1975 l'ex deputato sardo-fascista Paolo Pili in una intervista rilasciata al Prof. Leopoldo Ortu a Oristano: «Nel '22 si profilava la possibilità che D'Annunzio facesse, assieme ai legionari che erano stati con lui a Fiume, una marcia su Roma prima di Mussolini [...], si trattava di andare al governo prima del fascismo con la collaborazione del Duca D'Aosta [...]. Noi eravamo assolutamente favorevoli, perciò mandammo a D'Annunzio un proclama del partito, dichiarandoci a sua disposizione».
Ma anche questo tentativo fallì. Caduto il governo Bonomi e instauratosi il governo Facta, giunse alta e forte la voce dei sardisti: «Mai più appoggio a governi liberali!».
Sino al mese di marzo del '22 i rapporti tra fascisti e sardisti furono abbastanza tranquilli. Le cose cambiarono quando il 18 marzo 1922, nel corso di un intervento alla camera, Emilio Lussu così si espresse: «I contadini sardi esprimono tutta la loro solidarietà ai fratelli di altre regioni esposti alle violenze fasciste. I contadini sardi non conoscono le violenze fasciste. Conoscono però le violenze governative, non meno funeste delle violenze fasciste».
La cosa suscitò clamore nell'Isola e diede inizio a una feroce contrapposizione con i fascisti, soprattutto nel cagliaritano.
Paolo Pili dà la responsabilità di ciò a Ferruccio Sorcinelli: «Se il fascismo cagliaritano non si fosse impersonato nel Sorcinelli, forse una intesa coi fascisti sarebbe stata possibile prima della marcia su Roma, sia per i contatti continui che fascisti autorevoli, come Giacomo Acerbo, avevano con Lussu a Roma [...]. Io ricordo che Emilio Lussu, molte volte, verso il mese di luglio del 1922, mi accennò alla possibilità di intendersi a Roma col P.N.F. e ricordo soprattutto che verso la fine di agosto e i primi di settembre dello stesso anno, d'accordo col Lussu, trovandomi a Roma, cercai di abboccarmi con Michele Bianchi (segretario del P.N.F., n.d.r.) e con Giacomo acerbo [...]. Lussu era portato verso una intesa col fascismo fin da prima della marcia su Roma».
Tuttavia la situazione degenerò a sfavore dei sardisti soprattutto dopo la marcia su Roma con l'assassinio di Efisio Melis e il ferimento di Emilio Lussu da parte di una guardia regia.
A seguito di tali fatti, una delegazione sardista chiese e ottenne un incontro con Mussolini. Così Paolo Pili raccontò il fatto: «Mussolini li aveva ricevuti, li aveva trattati da commilitoni, aveva ascoltato le loro lamentele, aveva rievocato sorridendo il discorso di Umberto Cao (fatto contro di lui, n.d.r.), aveva detto che tra il fascismo e noi vi era solo della incomprensione [...]. Infine aveva assicurato che a vedere le nostre cose avrebbe inviato in Sardegna Piero Bolzon».
A ridosso del Natale del '22 il quotidiano "L'Unione Sarda" di Sorcinelli annunciava la nomina a prefetto di Cagliari del Gen. Gandolfo, fascista della prima ora, che secondo Sorcinelli veniva in Sardegna per eliminare il sardismo.
Ignorava il poveretto che il Gen. Gandolfo veniva nell'Isola per procedere alla fusione tra sardisti e fascisti a scapito di questi ultimi e che considerava lui un farabutto, mentre aveva grande stima di Emilio Lussu.
Bibliografia:
- Giorgio Pisanò, "Storia del fascismo, 1914-1943 - Dalla rivoluzione allo stato". Vol. 1, Ed. Il Giornale, Milano, 1997.
- Paolo Pili: "Grande cronaca - Piccola storia", Società Editoriale italiana, Cagliari, 1946.
- Luigi Nieddu: "Dal combattentismo al fascismo in Sardegna", Vangelista editore, Milano, 1979.
- Enrico Endrich: "Cinquant'anni dopo", Edizioni Valdes, Cagliari, senza data.
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