EXCALIBUR 27 - maggio/giugno 2001
in questo numero

Politiche: una vittoria vera?

Alle ultime elezioni politiche hanno davvero vinto anche le nostre idee o solo quelle del "compratutto" Berlusconi?

di Isabella Luconi
Credo che il 13 maggio sia proprio finita un'epoca, una storia, un mondo. Le elezioni politiche sono state vinte dal centrodestra... pardon... sono state vinte dall'Onorevole Berlusconi. Il nemico è sconfitto, la Sinistra, finalmente emarginata dalla volontà popolare, si prepara a stare all'opposizione, eppure questo avvenimento epocale non è stato salutato con il dovuto tripudio.
Mi sarei immaginata dieci, cento, mille bandiere tricolori; dieci, cento, mille saluti romani, per riscattare cinquant'anni di frustrazioni, di umiliazioni, di sofferenze. Il ricordo di quello slogan urlato nelle piazze, «il comunismo non passerà!», che costò la vita a tanti di noi, finalmente tradotto in realtà. Ma nulla di tutto ciò è accaduto, i cuori non hanno palpitato, la gioia non è esplosa. Ha vinto il centrodestra, ma la destra non c'è.
Ma volevamo veramente vincere così? Ma veramente i nostri ragazzi sono morti perché i nuovi valori del terzo millennio fossero la globalizzazione, l'esasperazione del libero mercato, la scuola privata?
Ma perché, se tutti noi crediamo e vogliamo una società dove l'imperativo categorico sia l'onestà e la moralità, dove una stretta di mano dovrebbe essere garanzia sufficiente per onorare un contratto, abbiamo fatto vincere un uomo che ha mercificato con un contratto la propria candidatura, un do ut des: tu mi dai il tuo voto, io ti do un'Italia dove vivere in tranquillità e agiatezza.
Ma non è così, l'Italia non è proprietà dell'Onorevole Berlusconi, non la si può comprare, così come non si possono comprare i sogni, le speranze, il comune sentire di tutti noi che crediamo nella forza delle idee, nella trascendenza dello spirito, nell'unica, meravigliosa, irripetibile realtà che è l'essere umano.
Berlusconi ha sconfitto la sinistra, il comunismo è stato fermato dalla sua forza, dalle sue idee, dal suo programma... ma siamo proprio sicuri che sia così? O la Sinistra non era già morta e il comunismo già sconfitto e l'Italia già tanto a destra che Berlusconi o Biancorossi sarebbe stato lo stesso?
Come bene ha sottolineato l'Onorevole Bertinotti, c'è stato un momento, nella storia d'Italia, in cui le sinistre unite hanno raggiunto il 45% dei suffragi; erano a un passo dal trionfo, ma non si può non pagare il prezzo di un tradimento delle idee, quando falce e martello, simbolo della rivoluzione operaia, vengono sostituiti da una quercia e da una margherita. Il comunismo, svuotato della sua componente marxista e socialista, si è consumato su sé stesso, è diventato un'altra cosa stringendo alleanze con il potere economico.
Le analisi socio-economiche di Marx ed Engels hanno esaurito il loro ciclo storico e non sono più capaci di cogliere ed esprimere i nuovi fenomeni di questa nuova società, sicuramente non più riconducibile alla semplice contrapposizione della lotta di classe.
Tutto ciò per cui la sinistra ha lottato, tutti i valori sui quali gli anarco-comunisti sessantottini volevano costruire una nuova società: l'amore libero, la droga libera, le comuni, l'assenza di ruoli e gerarchie, l'anarchia morale, si sono dimostrati nel tempo disvalori che hanno prodotto devastazioni immense, consegnandoci e consegnando ai nostri figli una società invivibile.
E se è vero che il comunismo con il crollo del Muro di Berlino non esiste più, è anche vero che esiste ciò che esso rappresenta, un'idea dell'uomo che è per antonomasia un'idea dell'"antiuomo": non siamo tutti uguali e non è possibile né giusta una società dove tutti abbiano e ricevano in egual misura, il buono come il cattivo, il capace come l'incapace.
È giusto, è morale, è etico che tutti abbiano le stesse opportunità, ma è giusto morale ed etico che venga premiato chi veramente merita. Ed è su questo concetto che, una volta diradata la nebbia dell'utopistica società ugualitaria, la sinistra è stata sconfitta, e questo concetto era ed è il pilastro fondante dell'ideologia di destra... E allora era proprio necessario aspettare, per vincere, che arrivasse l'Onorevole Berlusconi?
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