EXCALIBUR 53 - aprile 2009
in questo numero

Samuel Huntington: profeta o visionario?

Scompare l'autore dell'idea dello "scontro di civiltà"

di Angelo Marongiu
La copertina del discusso libro di Samuel Huntington
Samuel Phillips Huntington, uno dei più influenti politologi americani, è morto all'età di 81 anni, nel Massachussets, la vigilia di Natale dello scorso anno.
È stato autore di 17 libri e almeno un centinaio di articoli, trattando argomenti diversi: la politica americana, il processo di democratizzazione, la politica militare, la strategia dello sviluppo.
Ma la sua fama deriva dalla sua visione - oggetto di un saggio del 1993 pubblicato su "Foreign Affairs" e sviluppata nel suo libro del 1996 - nella quale prefigurava uno "scontro di civiltà" in atto nel mondo dopo la fine della guerra fredda.
Questa sua visione fu fonte di molte ed eccessive polemiche ancora in atto e che facevano da contraltare a un saggio di Francis Fukuyama che invece prefigurava una sorta di "fine della storia": egli infatti ipotizzava che l'umanità avesse vissuto con il capitalismo e il comunismo il culmine del suo pensiero politico.
Lo scopo dello scritto di Huntington era quello di fornire agli Americani una tesi sulla "nuova fase" della politica mondiale dopo la fine della guerra fredda. Egli sosteneva che la fonte più importante dei conflitti nel nuovo mondo che si era disegnato dopo la distruzione dell'impero sovietico e della sua ideologia fondante, il marxismo, non sarebbe stata ideologica, né tantomeno economica, ma culturale.
Era convinto - e il suo libro tendeva a dimostrarlo - che il conflitto si sarebbe incentrato esclusivamente su "uno scontro di civiltà".
Questa sorta di sostituzione degli stati-nazione con le civiltà suscitò le reazioni del mondo accademico, soprattutto tra coloro che allo scontro anteponevano la funzione del dialogo e del confronto tra le culture. Huntington non negava la necessità di un incontro tra le culture, ma, pessimisticamente, prevedeva che sarebbe stato un incontro riservato elle élite culturali e che avrebbe portato solo a discussioni sterili e di tipo accademico.
«Con la scomparsa delle divisioni ideologiche in Europa, la faglia tra cristianità occidentale e cristianità ortodossa e Islam è riemersa [...]. Nel momento in cui la gente comincia a definire la propria identità in termini di etnia e religione, è sempre più comune vedere un "noi" contrapposto a un "loro" nelle relazioni tra popoli di razza e fedi diverse».
Era uno schiaffo in faccia a tutte le teorie economiche del conflitto basate su analisi di tipo marxista.
Huntington ricordava da vicino le tesi di Toynbee e Spengler e il declino dell'Occidente per essere accettato. La lettura degli avvenimenti che si sono succeduti in questi dieci anni danno purtroppo ragione a questo "visionario" che se la starà ridendo ora come in vita.
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