EXCALIBUR 129 - giugno 2021
in questo numero

Claudio Finzi ci ha lasciato

Uomo di cultura, visse a lungo a Cagliari, dove fu apprezzato militante

di Efisio Agus
<b>Claudio Finzi</b>
Claudio Finzi
È deceduto a Perugia il 9 maggio scorso Claudio Finzi.
Il nome non dirà molto ai lettori di Excalibur se non a quelli a cui non è sfuggita in passato la recensione di qualche suo libro. Come non dirà molto alle nuove leve dell'associazione Vico San Lucifero. Dirà invece moltissimo ai vecchi soci (tutti ormai prossimi agli 80 anni).
Ma andiamo per ordine. Claudio era nato a Milano nel 1939 da una famiglia di origini triestine. Avevo poi vissuto per lunghi periodi a Cagliari (dove la sua famiglia si era trasferita nel secondo dopoguerra), a Roma e infine a Perugia, divenuta la sua città d'elezione.
Proprio a Cagliari si era laureato, giovanissimo, in Scienze Politiche con Paola Maria Arcari (la figlia di Paolo, uno dei fondatori del "nazionalismo democratico"), che lo aveva introdotto allo studio del pensiero politico, con particolare attenzione per quello italiano del periodo umanistico e rinascimentale. Dopo una parentesi professionale presso la sede centrale della Confindustria, dal 1968 al 1973, Finzi è stato per circa un decennio assistente ordinario e poi ricercatore presso la Sapienza di Roma, lavorando al fianco di maestri quali Mario D'Addio e Augusto Del Noce.
Nel 1983 il suo trasferimento a Perugia, chiamato dal celebre latinista Antonino Scivoletto presso l'allora Dipartimento di Magistero, dove è stato professore associato e poi ordinario di Storia delle dottrine politiche sino al suo pensionamento nel 2010.
Conoscemmo Claudio tra il 1965 e il 1966. Frequentava la nostra sede di Vico San Lucifero in piena consonanza con le nostre idee. Noi si era allora come la cosiddetta frittata di Mussolini: "molto fegato, poco cervello, con contorno di rape". Colpa dell'età e della non eccellente propensione allo studio, per cui non ci sembrò vero di avere tra di noi uno che, pur giovane (aveva allora sui 27 anni), era intellettualmente dotato. Ci tenne, nella sede appena aperta, una conferenza dal titolo: "Le correnti culturali della destra nel Risorgimento".
Ma Claudio non era solo uno studioso delle dottrine politiche. Insieme al suo e nostro amico Emilio Belli (che ci ha lasciati l'anno scorso) setacciavano le campagne della Sardegna alla ricerca di pietre miliari, lapidi e iscrizioni latine. Di qui una copiosa produzione anche di opere di archeologia e di storia antica.
Claudio, pur avendo lasciato l'Isola molto presto per motivi di lavoro, ritornava molto spesso e manteneva sempre i contatti col nostro mondo.
Generoso contributore di Excalibur, mi pregò, non molto tempo fa, di procurargli alcuni numeri mancanti alla sua collezione, che ci teneva ad avere completa.
Questi ultimi anni gli furono funesti: dopo la perdita della moglie lo colpì una grave malattia sino alla recente morte.
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