EXCALIBUR 28 - luglio/agosto 2001
in questo numero

Viaggio nelle vicende di A.N. in Sardegna

Analisi critica del modo di governare Regione e Provincia da parte del centrodestra: poche le differenze coi passati governi di centrosinistra

di Isabella Luconi
Ho più volte scritto e raccontato la delusione e la disillusione provata nel seguire il percorso politico della destra in Italia, ma ero fondamentalmente convinta che tanti errori, tante posizioni che giudicavo sbagliate, fossero il frutto della mancanza di una strategia politica e di un atteggiamento eccessivamente reverenziale nei confronti di Forza Italia e del suo leader Berlusconi. Sempre forte è invece rimasta la convinzione che il Partito avesse forti basi culturali e un bagaglio di ideali per i quali i vecchi militanti e camerati avevano combattuto e per i quali e in nome dei quali si stavano preparando a diventare uomini di governo, quel governo che la destra in campagna elettorale voleva: forte, libero e giusto.
La gestione politica regionale, provinciale e le ultime vicende cagliaritane mi hanno tolto questa illusione. Cominciamo dalla Regione...
Non credo si potessero avere dubbi, sulla incapacità, sull'immobilismo, sulla assoluta mancanza di onestà morale degli esponenti politici riciclati dalla vecchia Democrazia Cristiana, abituati a una gestione personale della "res pubblica" assolutamente indifferenti alle sorti di una terra che considerano solo in termini potenziali di voti, per le proprie aspirazioni personali.
Qualche speranza di cambiamento poteva venire da Alleanza Nazionale, anche perché quasi tutti i suoi esponenti facevano parte del vecchio Movimento Sociale, al quale si fa riferimento, quando fa comodo, (vedi fragorosi applausi nelle riunioni plenarie con tutti i vecchi iscritti) come matrice ideale per poter ostentare, all'interno di Alleanza Nazionale, il marchio di "politico doc". Ovviamente sono agevolati in questa ostentazione i più anziani, perché sembra di capire dai discorsi dei vari esponenti di A.N., che sia molto importante il numero degli anni di iscrizione al partito; è come con le figurine: chi ne ha di più vince. Va da sé che i ragazzi di Azione Giovani hanno già perso.
Credo che fosse legittimo aspettarsi un forte impegno politico, con la presentazione di proposte di legge sui problemi più scottanti che la Regione Sardegna deve affrontare; problemi che sono anche il risultato di cinquant'anni di politica assistenziale che non ha in nessun modo consentito una crescita della Sardegna, né in termini di autonomia, né, tanto meno, di sviluppo economico e sociale.
E invece quello a cui abbiamo assistito, è stata la corsa del Partito alla spartizione delle poltrone degli Enti, che sarebbe una cosa anche giusta in un'ottica di strategia politica, ma che è invece diventato uno squallido affare di bottega, quando la maggior parte dei Consiglieri regionali ha voluto o dovuto premiare i suoi uomini di fiducia, al di là dei meriti e delle capacità personali, in un intreccio di alleanze e favori che poco hanno a che fare con un governo libero, forte e giusto, ma che invece, al contrario, sono spesso un impedimento per una maggiore tutela degli interessi legittimi dei cittadini.
E passiamo alla Provincia, sulla quale non c'è nulla da dire non perché va tutto bene, ma perché proprio non c'è nulla: il vuoto assoluto. Purtroppo la mancanza di attività lascia molto spazio e molto tempo per affinare la pratica, molto in uso all'interno di Alleanza Nazionale, dell'insulto personale, della aggressione verbale e fisica e soprattutto per misurare il peso, sia in termini economici sia in termini di prestigio, delle poltrone ottenute, la cui differente assegnazione comporta che gli amici di ieri diventino i nemici di domani.
Infine ci sono le recenti vicende interne del Partito in occasione delle ultime elezioni, vicende rese pubbliche, fin nei minimi dettagli, e per le quali ci si dovrebbe solo vergognare. I presupposti di base della "rivolta" sono condivisibili al 100%, la buona fede forse no, o almeno non per tutti.
È vero che i risultati elettorali non certo qualificanti per Alleanza Nazionale in Sardegna sono frutto di anni di immobilismo, di una gestione personale del partito, di scelte politiche finalizzate solo a ottenere la garanzia per la propria rielezione. È vero che era ed è un partito all'interno del quale non si discuteva, dove l'ultimo dei problemi era quello di svolgere una funzione di stimolo, aggregazione e supporto per tutta la Provincia. È vero che dovevi essere amico della persona giusta se volevi un posto al sole. È vero che molti circoli non hanno avuto vita facile, anzi molto difficile, proprio perché non allineati. È vero che è un partito dove la sola idea di indire un congresso sembra una cosa assurda.
Ripeto, tutto ciò è condivisibile, ma se è vero - come non è vero - che l'interesse primario che si vuole tutelare è quello del Partito, allora perché questa battaglia non si è intrapresa anni fa? Perché non ci si è costituiti come alternativa alla Giunta provinciale, soppiantando di fatto il potere che si contestava e che si contesta? E perché al precedente congresso, dopo identici avvenimenti, invece di andare fino in fondo, si è giunti all'accordo, alla spartizione, al quieto vivere, pur di aver tutelati i propri interessi?
Ma sicuramente la proposta più simpatica e "politicamente corretta" da parte dei dissidenti, con i quali, ripeto, condivido i temi di fondo, è stata quella di un triumvirato per la federazione, in attesa del congresso. Triumvirato che doveva rispettare gli equilibri delle correnti: certo è che fra camerati... fanno bene a fidarsi!
Chissà a cosa assisteremo in vista del prossimo congresso, sempre che gli alti poteri, sia a livello regionale che a livello nazionale, decidano la sua convocazione; chissà quali saranno gli accordi e le spartizioni a cui assisteremo. Sarebbe simpatico compilare in vista di ciò una specie di "toto-alleanze", nel quale vince chi riesce a cambiare più volte alleati e correnti senza nulla perdere sul piano della credibilità personale.
Ho finito, e credo che dopo tutto ciò che ho detto il mio indice di gradimento all'interno di Alleanza Nazionale scenda sotto zero; ma non importa, quello che veramente mi dispiace è che vorrei poter mettere a disposizione del Partito tutto il patrimonio di ideali che ho conservato intatto dentro il cuore e per i quali ho vissuto, ma ho sperimentato che se non aderisci a una corrente, se non ti specializzi nell'insulto, se non ambisci a nessuna carica o a nessuna poltrona sei fuori dal gioco, sei solo un cretino nostalgico "non globalizzato", che ha fatto dei propri ideali un sogno e della propria vita una avventura da vivere in solitudine.
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