EXCALIBUR 15 - dic. 1999 / gen. 2000
in questo numero

Dibattito: A.N. no

Ecco invece il parere "contro" di un ex militante del F.d.G., deluso dalla politica "innovativa" di Alleanza Nazionale

di Andrea Curreli
Nel lontano 1996, mentre l'Italia prodiana festeggiava allegra e contenta la spartizione di poltrone che le appariva davanti quasi inaspettata, il Polo delle Libertà piangeva mestamente in un angolo alla ricerca delle cause della sconfitta. A destra partiva la caccia alle streghe e la strega, o meglio lo stregone, di turno era Gianfranco Fini, reo di aver sottovalutato gli effetti collaterali che il suo Congresso bulgaro di Fiuggi aveva portato.
Ricordo ancora una puntata del "Maurizio Costanzo Show", in cui, messo alle strette sui voti scappati a quella che gli addetti ai lavori chiamavano "estrema destra", arrogantemente dichiarava: «Costanzo, vede, è una questione di credibilità, altrimenti la gente non avrebbe capito la svolta di Fiuggi». Grave errore il tradimento ideologico, peggio la gestione di una campagna elettorale improntata su relazioni di individui fuori dalla realtà, gli stessi che da poco hanno caldeggiato l'alleanza con Mariotto Segni. Il re era ormai divenuto tiranno, non ascoltava più la base che l'aveva portato dov'era, come il classico pidocchio arricchito si circondava dei nuovi amici e fingeva di non vedere le sezioni svuotarsi di ragazzi e le cariche spartite da democristiani e massoni. Era il nuovo corso.
La Fiamma intanto cercava di organizzarsi, spinta da tutte le parti dalle correnti dottrinarie più diverse. Era un vero caos, niente di diverso dal Fascismo, tante anime tutte convinte di avere un'eredità da difendere e un progetto alternativo da portare avanti. Gli ex camerati ci chiamavano comunisti, i democristiani (di entrambi i fronti, Polo e Ulivo) e i vari sinistrosi ci additavano di "nazisti", noi guardavamo soddisfatti i risultati elettorali e non avevamo nessuna intenzione di concedere i nostri voti a Berlusconi.
Da allora le cose sono cambiate; A.N. cerca ancora la sua identità troppo collegata alla necessità continua di voti, Rauti si trova a dover spartire i voti di contestazione con Fronte Nazionale e Forza Nuova. Ora la trovata si chiama "desistenza". Sarà che assomiglia troppo alla parola "resistenza", che non solo non la capisco ma la contesto duramente.
Mi ricordo chi, dopo Fiuggi, parlava di un fantomatico programma del Grande Vecchio che prevedeva la creazione della Fiamma quale raccoglitore dei voti più estremi da indirizzare ad A.N. in caso di "ritorno rosso". Storie fantasiose a parte, era e resta una questione di credibilità. Ritengo, infatti, che per votare un candidato di Alleanza Nazionale ci si debba chiedere, in primis, cosa in A.N. sia cambiato rispetto a Fiuggi. La risposta è desolante: niente!!! Si attaccano i giudici quando viene scagionato Andreotti, accodandosi a una banda di ladri che dopo essersi prostituiti per anni a nostre spese rivendicano la loro verginità, e si lascia la difesa di Fioravanti nelle mani dei radicali (complimenti!) e quella di Rauti nelle mani di non so chi.
Non mi voglio dilungare oltre sui mali di A.N., mi limito a denunciare il malcostume italiano di una parte della nostra area di voler votare il meno peggio, ieri era la D.C. perché il M.S.I. non poteva garantire l'opposizione, oggi il Polo per non far vincere la sinistra. Tenetevi stretto Floris, forse vi regalerà un assessorato.
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