EXCALIBUR 108 - luglio 2019
in questo numero

Tirannicidio

Una riflessione sul significato della giustizia

di Nazario Sauro
La democrazia nacque dal "primo tirannicidio" di Ippia, erede di Pisistrato
Il "tiranno" indicò nel contesto delle poleis greche chi costruì un potere personale, sostenuto dai ceti popolari e inviso alle aristocrazie cittadine.
Nell'Atene del VI secolo a.C., la democrazia nacque dal "primo tirannicidio" di Ippia, erede di Pisistrato.
La "dittatura" fu la magistratura suprema della Repubblica romana. Al magister populi toccò un "potere massimo" della durata di sei mesi sino al compimento dei suoi doveri.
La dittatura di Silla dell'82 a.C. fece eccezione: una "costituente", nuovo modello che preludeva al potere imperiale, concepito come dote temporanea di poteri straordinari.
Lontana dalla tradizione fu quella perpetua di Giulio Cesare. La durata vitalizia e illimitata costituì dopo le idi di marzo il fondamento dell'Impero. Il tiranno per il cristianesimo violava il volere di Dio e precisi doveri: chi, ritenendosi non vincolato, violava la legge naturale, sostituendo l'arbitrio alla vita collettiva.
Nel Medioevo il problema del tiranno ebbe molte interpretazioni: se per Gregorio Magno ogni potere derivava da Dio, il tiranno andava obbedito; per Sant'Isidoro se veniva meno alla retta attività di governo, il popolo poteva non obbedire. San Tommaso pensò che la punizione del despota spettasse in ogni caso all'autorità pubblica.
In età moderna il concetto di tirannide e di dittatura si equivalse: il potere personale, frutto di una conquista violenta o di debolezze, concentrava funzioni divise. La dittatura fu vista come "vindice suprema ed eroica garante di libertà": autori come Machiavelli, dell'illuminismo giacobino e del romanticismo rivoluzionario esaltarono le caratteristiche di straordinarietà e limitatezza.
L'aspirazione alla dittatura fu strumento di rinnovamento popolare dalla Rivoluzione francese sino al Risorgimento: anche Garibaldi diventò dittatore. I fattori di dispotismo in età coeva furono contraddistinti dal forte autoritarismo e dal monolitismo imposto in ogni settore della società. Senza dimenticare l'accezione ideologica di "dittatura del proletariato", elaborata dal marxismo per indicare il periodo di trasformazione successivo alla conquista del potere della classe operaia.
Si noti che in ogni forma di governo il conferimento di poteri speciali si dovette a eventi straordinari: lo stato d'assedio, atti di delega del monarca, del parlamento, con la limitata attribuzione dei pieni poteri.
Per concludere, giungiamo al problema a noi più caro.
La storia del fascismo e della dittatura non può essere ridotta in poche righe. Ma si può esprimere un giudizio sulla morte di Mussolini e l'esposizione pubblica. Il 28 aprile 1945 Benito Mussolini e Claretta Petacci vennero uccisi, come raccontato dall'esecutore della "sentenza" emessa da Clnai, il partigiano Audisio.
I diktat non precisavano chi fosse competente e se il giudizio toccasse ai tribunali di guerra. Poniamo alcune domande: perché non fu dato a Mussolini ciò che gli Alleati e l'Urss attribuirono ai nazisti a Norimberga e che gli Israeliani permisero persino a Eichmann: un processo?
Perché la giustizia sommaria fu l'unica soluzione "civile" al problema dell'eredità del fascismo? Perché a Mussolini che aveva minori responsabilità dei nazisti, non fu concessa la difesa di fronte a eventuali crimini?
Non si può certo fare paragoni con Cola di Rienzo: i Romani, dopo aver celebrato il "capo-popolo" del XIV secolo, lo uccisero e lo appesero per i piedi nella chiesa di San Marcello. Anch'egli fu catturato, trucidato e appeso a testa in giù da quel popolo che l'aveva amato; anch'egli fu grande retore, esaltò la romanità, con idee rivoluzionarie che non realizzò.
Ma quel che toccò al cadavere del Duce e all'innocente Petacci spinse molti a partorire ingiuste ragioni sull'orribile scempio. Una vendetta barbara e abbietta su un corpo senza vita.
Quel gesto non vilipese il capo dei fascisti, il fascismo in sé, ma la pietas cristiana, vitale per l'uomo in quanto tale.
Il tirannicidio legale o meno e l'incivile esposizione furono all'origine del regime parlamentare democratico; ciò meriterebbe ulteriori e lunghe riflessioni.
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