EXCALIBUR 109 - settembre 2019
in questo numero

Politicamente e istituzionalmente

Alcuni interrogativi sulle nostre istituzioni

di Gianluca Cocco
I giovani d'oggi non si sentono più rappresentati dalle istituzioni
Inutile soffermarsi sull'importanza delle istituzioni, esse rappresentano i popoli e le comunità e senza di esse un qualsiasi territorio (popolato o disabitato) diventa de facto "res nullius" (ovvero terra di nessuno).
In un contesto geopolitico altamente complesso come quello odierno, istituzioni all'altezza della situazione fanno letteralmente la differenza, sia in politica estera che in politica interna.
Analizzando l'aspetto esclusivamente dall'interno, le nostre attuali istituzioni nazionali sono all'altezza della situazione? E sul piano geopolitico lo sono altrettanto?
Sembrano risposte articolate, concetti complicati che senza dubbio devono essere espressi.
Credo sia superfluo dire che senza stabilità interna una nazione, oltre che essere poco credibile all'estero, sia anche poco credibile agli occhi dei propri cittadini, ma non diamo niente per scontato ed entriamo nel vivo dell'argomento!
Esiste qualcuno in Italia tra la gente comune che come succedeva in passato sarebbe disposto a morire per difendere le proprie istituzioni? Riuscite a immaginate per caso che fra turni massacranti, precariato, vessazioni, umiliazioni, snaturamento, sradicamento e non ultimo l'imbarbarimento culturale, i giovani d'oggi scendano spontaneamente in piazza al grido «Giù le mani da Mattarella!» oppure «Questa Repubblica sono anch'io!»? Francamente confesso che la cosa mi viene molto in salita.
A questo punto si possono dare due soli tipi di interpretazione.
La prima è quella "ufficiale" (ovvero la risposta di comodo che le nostre istituzioni vorrebbero sentire) e cioè qualcosa che suoni più o meno così: «I giovani d'oggi non si sentono più rappresentati alle istituzioni come in passato perché siamo nell'era globale e confini e nazioni sono concetti retrogradi. Giudichiamo pertanto assolutamente normale un fisiologico cambio di mentalità».
La seconda quella "ufficiosa" (ovvero probabilmente la risposta più genuina che i giovani d'oggi darebbero), una risposta se non speculare comunque molto vicina a questa: «i giovani d'oggi non si sentono più rappresentati dalle istituzioni in quanto non rappresentative e prive del significato stesso d'istituzione, ovvero svuotate del senso istituzionale inteso come tutela dei diritti e degli interessi dei propri cittadini».
Essendo assolutamente convinto che in un'eventuale scelta sottoposta per mezzo di sondaggi la stragrande maggioranza dei cittadini sceglierebbe la seconda, come si può invertire la tendenza? La Repubblica, per sua natura e conformazione storica, in Italia è davvero ancora rappresentativa e il garante (il Presidente della Repubblica) è davvero o comunque viene percepito da partiti e popolo come punto di riferimento neutrale?
Credo infatti che il problema centrale per le istituzioni sia individuabile proprio attraverso l'analisi che il popolo italiano esprime rappresentando sé stesso all'estero, politica estera e interna si intrecciano inesorabilmente attraverso questo snodo cruciale.
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