EXCALIBUR 109 - settembre 2019
in questo numero

Il Distributismo e la sua attualità

Per una riforma completa del sistema politico attuale

di Franco Di Giovanni
Gilbert Keith Chesterton, 1874-1936
Sentendo sempre parlare, in questi anni, della disastrosa crisi economica e sociale che ci opprime, si è teso finora a riproporre vecchi schemi che hanno portato proprio a quest'ultima: le due maggiori piaghe di questi tempi, ovvero il capitalismo selvaggio e lo pseudo-socialismo, che limitano ambedue le libertà, riducendo a meri aspetti economici ogni parte dell'esistenza umana.
Il problema, in realtà, va posto in altra luce: come lasciare le libertà e fare sviluppare al massimo una società che non sia appiattita entro termini meramente materialistici, ma a misura d'uomo?
Occorre quindi, per buon senso, ideare o addirittura applicare entro vasta scala, un sistema che, tenendo conto delle varie componenti della società, ne armonizzi lo sviluppo di modo che non si ingeneri il problema di una pace sociale di facciata, che poi finisca nello sfociare in guerre tra poveri contro poveri e poveri contro ricchi, facendo finire i primi vittime di manipolatori criminali, poiché si vedono finora senza speranza.
Prospettando questo nuovo ordine economico e sociale, il mio sguardo va al sistema distributista ideato dall'intellettuale cattolico G.K. Chesterton, sistema in parte ispirato dalle encicliche papali Rerum Novarum di Papa Leone XIII, e Quadragesimo Anno di Papa Pio XI.
Il sistema distributista è basato sulle libere corporazioni di tutte le legittime attività produttive esistenti nella società, basate sul concetto di mettere insieme per fini comuni imprenditori e classe lavoratrice, fissando equamente doveri e diritti di ogni parte sociale (quelli che in dottrina cattolica si usano chiamare corpi intermedi, perché mediano tra interesse privato e collettivo, a garanzia del "contratto sociale" sulla quale dovrebbe basarsi ogni stato di diritto).
Sulla base dei sopracitati corpi intermedi si potrà convertire la proprietà privata, che resterà tale, anche per fini sociali, oltre che naturalmente il suo legittimo uso privato (cosiddetta cogestione dell'economia tra le diverse parti sociali).
È necessaria, quindi, una riforma completa dell'attuale sistema politico, che prenderà spunto dai primi due elementi da me citati, per consentire un controllo effettivo delle istituzioni da parte del comune cittadino e allo stesso tempo una cernita meritocratica dei più competenti, ed eticamente preparati, attraverso uno schema di democrazia organica, che vada dal basso verso l'alto e viceversa, per evitare inefficienze e abusi.
Il distributismo, di cui ho voluto solo accennare, è un argomento vastissimo, che presuppone anche la riforma del diritto bancario e l'usufrutto o la proprietà della casa per tutti (in maniera totalmente opposta al sistema oppressivo di tipo sovietico), oltre a un preferibile ritorno alla terra, compatibilmente con le necessità moderne, e la tutela della famiglia naturale come pilastro fondante della società, insieme a un adeguato sistema previdenziale, coadiuvato da un sistema di istruzione totalmente innovativo, basato tuttavia su valori etici tradizionali.
Contrariamente a ciò che si pensa, il sistema distributista ideato da Chesterton, pur essendo in parte fondato sulle corporazioni, non è un sistema corporativista puro, come quello sperimentato in alcuni stati europei nella prima metà del XX secolo.
Inoltre, non sarà mai un sistema oppressivo, poiché fondato non sull'astratto individuo dei liberisti o sullo stato onnipotente degli pseudo-socialisti, ma sul concetto personalista ispirato dalla Chiesa Cattolica (via intermedia tra individuo e società).
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