EXCALIBUR 109 - settembre 2019
in questo numero

Antigone

Il falso mito della novella Antigone, ovvero la tedesca Carola

di Sauro
Pietà o rispetto delle leggi?
Alcuni anni fa con la mia classe del liceo partecipai a una rappresentazione teatrale: i banchi vennero messi a "ferro di cavallo" e alcuni attori interpretarono il celebre mito di Antigone.
La trama era la seguente, desunta dall'omonima tragedia di Sofocle: il figlio di Edipo, Polinice, dopo essere stato esiliato dal fratello Eteocle, attaccò la città di Tebe. Entrambi i fratelli si uccisero vicendevolmente. Creonte, nuovo re di Tebe, ordinò con un decreto che Eteocle fosse sepolto con tutti gli onori e che al contrario il corpo del "traditore" rimanesse insepolto.
La sorella Antigone, sfidando la legge del re e richiamandosi alla legge divina, seppellì il cadavere. Arrestata e portata dinnanzi allo zio, la ragazza venne condannata a morte.
Alla fine dello spettacolo venne dato agli studenti e all'insegnante un foglietto blu e uno rosso, da inserire in urna: il blu rappresentava l'assoluzione di Antigone, il rosso la condanna.
Alla fine dello scrutinio tutti i miei compagni scelsero il foglietto blu. Gli unici che decisero di far giustiziare l'eroina, furono l'insegnante e io.
Controcorrente, arrivammo alla stessa conclusione: Creonte era l'uomo che non si riferiva ai valori assoluti, pereat mundus et fiat iustitia, "Sia fatta giustizia e perisca pure il mondo", bensì alla responsabilità politica nei confronti della propria comunità.
Il suo dovere era stato quello di agire in funzione della città e, quindi, del mondo: il traditore Polinice andava condannato perché si era ribellato alla legge della polis e intendeva distruggerla; Antigone perché aveva trasgredito "la sacra" legge della città, dimostrando di non amare gli dei cittadini, ma usando la lingua degli dei, veniva accusata di empietà dallo stesso Sofocle: aveva invocato il nome di Dio invano e la legge naturale. Infine Creonte alla fine del dramma veniva spinto al perdono e correva per liberare Antigone dalla prigione.
In realtà Antigone aveva battuto lo zio sul tempo, suicidandosi. Il suicidio di Antigone fu l'affermazione di sé: di sé cioè di sorella, di non-figlia e non-cittadina. Suicidandosi affermò la sua individualità contro la volontà generale della comunità.
Era l'uomo della fraternità contro l'uomo della filialità.
In sintesi Antigone è una figura politica, non religiosa, non morale, non etica. Mentre Creonte intendeva salvare tutti, Antigone salva sé stessa.
Recentemente molti intellettuali e politici hanno associato la tragica figura di Antigone con quella di Carola Rackete: la ragazza decide di contravvenire a un ordine dello Stato per salvare le vite umane dei migranti, dicono.
La ragazza tedesca sostiene che una legge umana non può essere in contrasto con la legge divina.
Il nomós, la consuetudine che contrasta, secondo lei, la legge divina, è l'atto tirannico e l'obbedienza non è dovuta in questo caso, così affermano. Antigone, come Carola, per decisione propria decide di trasgredire la legge naturale, in nome di Dio, ma non a suo nome, arrogandosi l'imperio di stabilire che la legge naturale (portare i migranti in Italia) sia superiore alla legge della "città" (Decreto Sicurezza del Ministro dell'Interno, Matteo Salvini).
Ma se l'Italia ha stabilito che il Parlamento può approvare un decreto ministeriale, salvo giudizio di illegittimità da parte della Corte Costituzionale o parere del Presidente della Repubblica, che può considerarlo contrario o non conforme dalla costituzione dello Stato, perché il decreto Salvini dovrebbe essere illegittimo?
Risposta: in Italia la legge dello Stato è superiore a qualsiasi legge naturale, poiché è il buon senso degli organi preposti che stabilisce la conformità della legge alla Carta Suprema.
Pongo la domanda, Carola ha violato la legge della città per mettere in primo piano la legge naturale universale (salvare la vita umana)? La risposta è no, perché i porti sicuri più vicini erano Malta e Tunisi, molto prima di Lampedusa.
Il fatto è che la nostra Costituzione ha stabilito altri diritti prioritari: ogni cittadino ha diritto a vivere nella terra in cui è nato. Lo Stato italiano ha diritto ad avere dei confini propri, riconosciuti da tutti. Ha il diritto a regolamentare l'immigrazione. Ha il diritto di contrastare la clandestinità. Ogni straniero ha sì il diritto di essere soccorso, ma solo in stato di reale pericolo di vita. L'Italia ha il diritto di espellere il peregrinus nel paese di provenienza, sotto previa sentenza.
Carola non è Antigone, Antigone andava contro la legge della città, Carola da buona anarchica intende andare contro la legge naturale e contro quella della città.
Come una vecchia canzone comunista affermava: «Non più nemici, non più frontiere; sono i confini rosse bandiere».
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