EXCALIBUR 162 - dicembre 2023
nello Speciale...

Il messaggio di Gennaro Sangiuliano: «Cultura come legame che rafforza l'idem sentire comune»

<b>Maria Antonietta Spadorcia</b>, <b>Claudio Barbaro</b>, <b>Paolo Truzzu</b>, <b>Alberto Prestininzi</b>, <b>Davide Rondoni</b>, <b>Francesco Vecchi</b> (a video)
Maria Antonietta Spadorcia, Claudio Barbaro,
Paolo Truzzu, Alberto Prestininzi, Davide Rondoni,
Francesco Vecchi (a video)
«"Ideario" è il titolo di uno dei più originali e irriverenti libri di Giuseppe Prezzolini, citato spesso da Indro Montanelli.
Per Prezzolini Ideario è un insieme di suggestioni culturali e quasi filosofiche legate insieme dal filo dell'irriverenza e dell'anticonformismo. La cultura, se non vuole degradarsi a metà burocrazia, deve essere aperta, curiosa, intelligente e talora capace di suscitare scandalo.
Agli inizi del primo Novecento tre giovani intellettuali, Giuseppe Prezzolini, Ardengo Soffici e Giovanni Papini, decidono di organizzare a Firenze la prima mostra sugli impressionisti francesi portando poche tele di grandi autori, come Gauguin, Cézanne, Matisse, Degas, Sisley, un quadro di Van Gogh e una scultura di Medardo Rosso.
Fittano un garage di carrozze, che puliscono loro materialmente, e fanno questa esposizione. La vicenda è raccontata nel volume "Scoperte e massacri" di Ardengo Soffici. La stampa dell'epoca disse che questi grandi pittori non erano artisti, perché la concezione della pittura dell'epoca era quella ottocentesca. Io racconto spesso questa vicenda per far capire che la cultura deve anche rompere gli schemi polverosi del passato e interpretare il cambiamento di una Nazione, proiettarsi in avanti.
Le avanguardie culturali del primo '900 costituirono un momento di grande originalità e fervore per la cultura italiana. Proprio per celebrare questo periodo, ho fortemente voluto una mostra dedicata alle riviste che ospitarono quel dibattito intellettuale e politico: l'esposizione, ancora visitabile agli Uffizi, ha riscosso un enorme successo e ha superato il milione di visitatori.
Per tutti questi motivi che vi ho esposto non posso che complimentarmi con voi per la scelta del titolo "Ideario". Spesso chi oggi, come Papini, Prezzolini e Soffici cento anni fa, appare eretico e irregolare può vedere in futuro affermare il suo pensiero. Il compianto filosofo britannico Roger Scruton ha fatto della battaglia contro lo sradicamento identitario un punto qualificante.
Egli difendeva un'idea di Occidente che afferma il primato dell'uomo e del riconoscimento delle libertà e dei diritti individuali. Penso che anche a voi piaccia l'idea di cultura come legame che rafforza l'idem sentire comune e preserva l'umano. E proprio per questi motivi mi spiace non poter essere con voi. Perché so che condividiamo quello che Giovanbattista Vico chiamava "idem sentire comune". Un idem sentire comune che è alla base della nostra comunità nazionale.
Non mancherò in una prossima occasione di garantire la mia presenza.
A presto
».
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