Excalibur blu

Deutschland über alles

Le navi Ong tedesche e l'ennesima diatriba tra Roma e Berlino

di Angelo Abis
'Italia e Germania', dipinto allegorico del 1828 di Fredrich Overbeck (Neue Pinakothek di Monaco)
"Italia e Germania", dipinto allegorico del 1828 di Fredrich
Overbeck (Neue Pinakothek di Monaco)
Siamo alle solite. Il governo tedesco vara dei finanziamenti alle navi Ong che raccolgono emigranti per riversarli tassativamente sul suolo italiano, senza neppure preoccuparsi se la cosa potesse essere gradita al governo italiano: lo hanno sempre fatto, dov'è dunque la novità? Del resto non è passato molto tempo da quel 26 giugno del 2019 quando la Ong "Sea Watch" comandata da Carola Rackete disattese l'ordine di non sbarcare a Lampedusa e quasi speronò una motovedetta della guardia di finanza. Il risultato? La Rackete assunta a simbolo dell'eroismo, omaggiata e divinizzata da tutta la sinistra italiana, difesa dai magistrati.
C'era allora la Germania della Merkel che in Europa faceva il bello e il cattivo tempo, mentre in Italia il presidente della repubblica Mattarella aveva impedito al primo governo Conte di avere come ministro delle finanze uno come Savona solo perché inviso ai Tedeschi.
Ma da allora molta acqua è passata sotto i ponti.
La Germania del 2023 si presenta fortemente in crisi. Il cancelliere social-democratico Scholz non solo non è riuscito a impedire il conflitto russo-ucraino, ma una volta che questo ha avuto inizio si è trovato stretto tra la consapevolezza che schierarsi contro i Russi significava non solo abbandonare una linea politica (la ostpolitik) collaudata ormai da decenni e il dover rinunciare a uno dei pilastri della potenza economica tedesca: le forniture di gas russo a prezzi stracciati. D'altro canto la Germania non era in grado di voltare le spalle a tutto il mondo occidentale, che conta Ue, Usa, Nato, schierato con l'Ucraina.
Le conseguenze della guerra: crisi del gas, inflazione e conseguente rialzo dei tassi da parte della banca europea hanno colto i Tedeschi senza una strategia precisa, con un governo debole e per giunta con l'alleato di sempre, la Francia, che con una giravolta incredibile si è schierata con l'Italia, facendo crollare l'asse franco-tedesco.
Che la Meloni abbia reagito in maniera molto dura al tentativo tedesco di privilegiare le Ong che operano nel Mediterraneo ha spaventato solo quelle forze politiche cresciute col motto: «ce lo chiede l'Europa».
Il resto dell'Europa si è schierata con l'Italia, tanto che il cancelliere Scholz ha dovuto prenderne atto con una precipitosa correzione di rotta.
Niente di grave, intendiamoci. Malgrado l'assunto «gli Italiani stimano i Tedeschi ma non li amano» e «i Tedeschi amano gli Italiani ma non li stimano», le due nazioni sono destinate a collaborare.
A patto che si abbia ben chiaro che la sfera d'influenza tedesca è l'Europa centro-orientale, ma che la sfera d'influenza italiana è il Mediterraneo.