EXCALIBUR 159 - ottobre 2023
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Dagli esordi giornalistici al trasferimento a Cagliari

Gli esordi giornalistici.
Bruno Aschieri è stato iscritto all'albo dei giornalisti professionisti di Venezia, di Milano e di Roma. Spesso i suoi articoli erano firmati con uno pseudonimo "Bas" o "Bascki". Il primo periodico di arte e cultura in cui lavora, dopo "16 Liriche ardite" del 1933, è il "Magazzino del 1934" di Verona, progettato con disegni di Ernesto Amos Tomba (scenografo pittore e grafico) e probabilmente con la supervisione del futurista sardo Alberto Manca dell'Asinara.

Il periodico "Magazzino".
Dagli stessi autori la rivista veniva presentata così: «Magazzino non accoglie solo i prodotti di marca. Accoglie tutto ciò che è buono, interessante, vivace e originale. Il nostro desiderio, la nostra ambizione è soprattutto quella di incoraggiare e aiutare i giovani. Non andremo a caccia di firme note e illustri per affermare "Magazzino". Preferibilmente da qualche buio angoletto per portarli alla luce del giorno artisti e scrittori ignoti o ingiustamente dimenticati degni di essere presentati al giudizio del pubblico» (tratto da "Una rivista del futurismo veronese: Magazzino" di Agostino Contò).

Trasferimento a Cagliari.
Finita la guerra era giunto il tempo dell'autoesilio. Nel giugno del 1945 si trasferisce a Cagliari. La scelta venne orchestrata in maniera particolarmente artistica e inconsueta. Come racconta Raffaella nel libro, si affidò al destino. Bruno e la moglie Franca fecero girare il mappamondo, chiusero gli occhi e con un dito fermarono la sfera. Il punto in cui posero il dito era la Sardegna. Al fratello Tullio, ingegnere, invece capitò il Venezuela.
A 39 anni, con quasi vent'anni di arte futurista sulle spalle, di vita professionale come giornalista, il peso della seconda guerra mondiale, una esperienza da legionario volontario in Spagna, la moglie Franca e due bambini, riesce a immergersi nella realtà cagliaritana e adattarsi alla nuova vita, nonostante enormi difficoltà economiche in cui si ritrovò al suo arrivo in Sardegna, privo come era di lavoro e persino di una casa. Ma in breve riuscì a riprendersi. A Cagliari ben presto trovò posto come professore di disegno presso le scuole, poi riprese la sua attività giornalistica e anche di editore.
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