EXCALIBUR 163 - gennaio 2024
nello Speciale...

Il dibattito con Francesco Cocco Ortu sulla legge Scelba

<b>Randolfo Pacciardi</b>, ministro della difesa dal 1948 al 1953, passa in rassegna un reparto militare
Randolfo Pacciardi, ministro della difesa dal 1948 al
1953, passa in rassegna un reparto militare
Il dibattito/contraddittorio con Francesco Cocco Ortu avvenne nella mattinata di domenica 3 dicembre 1950, si svolse al teatro Adriano di Roma sotto la presidenza arbitrale di Gaetano Martino, vice presidente liberale della Camera, e fu trasmesso da Radio Sardegna in collegamento con la "rete rossa", antecessore del secondo programma Rai. Esso fu la risposta liberale a un attacco ricevuto dall'On. Pacciardi nel contesto delle polemiche su ipotesi allora correnti circa una nuova legislazione antifascista predisposta dal ministro dell'interno Scelba, atteso che la precedente (del 1947) aveva trovato difficoltà applicative.
In quel dicembre 1950 Cocco Ortu era deputato liberale eletto nel 1948 (con altri 14 colleghi e 10 senatori) nonché vice segretario nazionale del suo partito, vice di Bruno Villabruna (destinato a promuovere nel 1955 la scissione radicale), mentre la presidenza era di Raffaele De Caro. Pacciardi, già costituente, era ministro repubblicano alla difesa e deputato eletto anche lui nel 1948 (con altri 8 colleghi e altrettanti senatori). Era stato segretario del partito in clandestinità e poi ancora dal 1945 a tutto il 1947.
Nel VI gabinetto De Gasperi - tripartito Dc-Psli-Pri - egli rappresentava i repubblicani insieme con Carlo Sforza (agli esteri), Ugo La Malfa (senza portafoglio, dal 1951 al commercio con l'estero) e Lodovico Camangi (sottosegretario ai lavori pubblici). I liberali, presenti fino al V ministero De Gasperi, erano in questa nuova stagione ministeriale all'opposizione.
Vado al dibattito. Se Cocco Ortu negava la necessità di alcuna nuova normativa, tantomeno straordinaria, per bloccare un certo fervore montante nei settori della destra estrema, sostenendo bastasse la legislazione vigente e derubricando l'importanza della 12ªa disposizione transitoria della Costituzione, e infine caricando sulla estrema sinistra invece che sulla estrema destra gli attuali maggiori rischi per la democrazia italiana, Pacciardi era di avviso opposto.
Non contestava certamente la visione coccortiana secondo cui si sarebbero dovuto educare meglio le giovani generazioni anche diffondendo la conoscenza della storia dell'infausto ventennio, ma argomentava l'esigenza e anche l'urgenza di una nuova legge su queste premesse: la legislazione vigente aveva mostrato difficoltà applicative; colpire il neofascismo era obbligo costituzionale; l'esperienza storica insegnava l'importanza della tempestività reattiva e preventiva da parte della democrazia; la libertà non poteva essere concessa a chi ne avrebbe fatto strumento per ferire quella altrui e di tutti; la pervicacia oltranzista degli estremi offendeva nelle cose ogni sforzo compiuto dal governo di superare le divisioni fra gli Italiani risalenti fino agli anni della guerra e anche del dopoguerra; ove dalla sinistra comunista fossero venuti attentati contro le libertà costituzionali si sarebbe dovuto colpire anche in quella direzione.
Insomma, da una parte Cocco Ortu esprimeva preoccupazioni circa il possibile configurarsi di un inammissibile reato d'opinione, dall'altra Pacciardi avvertiva la pressione estremista come un pericolo da stornare con urgenza.
Sarebbe da dire che la stampa isolana, tanto quella cagliaritana quanto quella sassarese, riferendo del dibattito romano, marcò, a fronte della maggiore passionalità pacciardiana, una superiore capacità argomentativa del parlamentare nostro corregionale. Ma naturalmente furono libere opinioni degne di pari udienza quanto le opposte.
tutti i numeri di EXCALIBUR
VICO SAN LUCIFERO