Excalibur rosso

Acca Larentia tra fascismo e antifascismo

Alle origini della grande paura di un ritorno del fascismo

di Angelo Abis
Roma 2018, corteo per commemorare i camerati caduti
Roma 2018, corteo per commemorare i camerati caduti
Il 7 gennaio del 2024, puntuale come un orologio, è arrivata la manifestazione non istituzionale da parte dei gruppi neofascisti per ricordare l'assassinio dei giovani missini avvenuta fuori della sezione del Msi che si trovava appunto in Via Acca Larentia.
Manifestazioni che hanno luogo, con una certa partecipazione di massa, anche per ricordare l'uccisione di Mussolini, i caduti della Rsi e la tragica morte del giovanissimo aderente del Fronte della Gioventù Sergio Ramelli.
E qui una prima osservazione di carattere non tanto politico quanto antropologico. Come mai a sinistra, per l'anniversario della morte di Antonio Gramsci, di Togliatti, Longo, Berlinguer, di Parri e di tanti altri illustri esponenti dell'antifascismo, le commemorazioni "spontanee e di massa", se non proprio inesistenti, sono quanto meno ridotte al lumicino? Una prima risposta, forse banale ma non per questo meno veritiera, è che nell'immaginario collettivo nazionale il mito del fascismo ha inciso in maniera più profonda, magari inconscia, rispetto al comunismo, all'antifascismo e alla resistenza.
Non fu certo un caso che quando la non rimpianta scrittrice Michela Murgia pubblicò un libro-questionario per appurare quanto fascismo ci fosse in ogni Italiano, questo suscitò un mare di polemiche perché, rispondendo a quel questionario, ogni Italiano scopriva che, nolente o volente, era un po' nipotino del Duce.
Tornando ad Acca Larentia, ciò che colpisce è che la sinistra chiede, anzi supplica, che la Meloni si proclami antifascista: un po' come il tribunale della Sacra Inquisizione, che se il reo si dichiarava pentito veniva assolto a prescindere dalla gravità del delitto.
Anche se per la sinistra il delitto c'è ed è grave. Troppe le similitudini tra la conquista del potere di Mussolini il 28 ottobre del 1922 e quella della Meloni del 26 settembre 2022. La sinistra ancora non riesce a capacitarsi di come una mezza figura, e per giunta donna, quale è considerata la Meloni, leader di un partito di estrema destra, abbia conquistato il potere e lo mantenga senza che l'Italia le si rivolti contro.
Allo stesso modo, tutt'ora, non sono venuti a capo del come un politico fallito, quale era Mussolini nel 1919, alla testa di alcune migliaia di ragazzotti (età media degli squadristi 21 anni) si sia impossessato dello Stato. Quello che non erano riusciti a fare i social-comunisti con forze di gran lunga superiori. E questo ancora li terrorizza.