EXCALIBUR 161 - novembre 2023
in questo numero

John Ronald Reuel Tolkien, 50 anni dopo la sua morte

Ancora oggi ispiratore di Valori eterni

di Toto Sirigu
la copertina della biografia di Tolkien, a cura di Jesse Xander
Sopra: la copertina della biografia di Tolkien, di Jesse Xander
Sotto: J.R.R. Tolkien (1892-1973)
<b>J.R.R. Tolkien</b> (1892-1973)
È stato uno scrittore, filologo, glottoteta e linguista britannico. Importante studioso della lingua inglese antica, è conosciuto principalmente per essere l'autore de "Il Signore degli Anelli", "Lo Hobbit" e "Il Silmarillion".
«Studioso accanito ma soprattutto creatore di mondi inventati nei quali, però, si realizzano valori eterni. Oggi è giustamente considerato una delle personalità più cospicue della narrativa mondiale, ben al di là del genere fantasy in cui più volte si è cercato di "recintare" la sua opera», ha sottolineato il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. «A distanza di 50 anni esatti dalla morte, la sua statura di autore è unanimemente riconosciuta. Fu un cattolico convinto che esaltò il valore della tradizione, della comunità e della storia cui si appartiene, un vero conservatore verrebbe da dire», aggiunge il ministro. Secondo Sangiuliano l'opera di Tolkien apre «il cuore alla visione di qualcosa che va oltre la prosaicità del quotidiano. Simboli universali e senza tempo, valori che ci sussurrano dentro. Tolkien riassume tutto con una celebre frase nel Signore degli Anelli: "le radici profonde non gelano". Ha prodotto qualcosa di antichissimo e di nuovo allo stesso tempo, cioè una mitologia universale. I suoi libri, tradotti in decine di lingue, trasmettono generazione dopo generazione il valore della solidarietà umana, della difesa della comunità e dell'identità, oltre che della natura».
Creò il mondo magico della Terra di Mezzo, per cui ideò in modo molto realistico e particolareggiato mappe, leggi, una nuova lingua, raccontando le straordinarie avventure degli hobbit, abitanti di questo regno fantastico.
Credette fermamente nel grande potere dell'immaginazione e della possibilità che questa potesse in modo efficace descrivere anche la sfera morale e spirituale e che la mitologia potesse rivelare agli uomini anche la concreta realtà. Come dire, il "fantastico" che scaccia il "caos della vita moderna" e ridisegna un mondo dove nuove leggi e regole si fanno carico di una rinnovata dimensione della moralità e delle emozioni.
"Lo Hobbit", il suo primo romanzo pubblicato nel 1937. Racconta la storia di Bilbo Baggins, un hobbit, che riceve la visita del mago Gandalf, che lo invita a seguirlo. Lui lo seguirà convintamente, con altri nani compagni di strada, al fine di intraprendere una vera e propria avventura-missione: recuperare un tesoro nascosto all'interno della Montagna Solitaria e protetto dal drago Smaug, il quale aveva sottratto il tesoro ai nani tempo addietro. In questo percorso verso la montagna, Bilbo affronta, con gli altri, numerosi nemici con successo. Bilbo a un certo punto si perde e incontra Gollum, una strana creatura che vive nella grotta da molto tempo. Bilbo gli ruba un anello magico creato da Sauron, il Signore Oscuro, il cui potere è di rendere invisibili ma anche malvagi coloro che lo indossano. Il gruppo, raggiunta la montagna, con onore, coraggio e lealtà sconfigge il drago che proteggeva il tesoro, il quale sarà diviso con equità alla fine della missione; lo stesso Bilbo farà ritorno a casa con due bauli pieni d'oro e d'argento.
"Il Signore degli Anelli", pubblicato in tre volumi tra il 1954 e il 1955. Ne "Il Signore degli Anelli", Frodo eredita l'anello da suo cugino Bilbo, ma Gandalf, non essendo sicuro sulla vera origine dell'anello, gli consiglia di non indossarlo e di tenerlo nascosto. Dopo circa diciassette anni, Gandalf ritorna e rivela a Frodo che l'anello in realtà è l'unico anello creato da Sauron il malvagio, che grazie a esso intendeva conquistare e dominare la Terra di Mezzo. Frodo quindi si rende conto di rappresentare un pericolo per la Contea e decide di partire con tre amici, per portare l'anello altrove da un mezzelfo. I quattro amici riescono a partire giusto in tempo, perché i Cavalieri Neri, spiriti maligni che servono Sauron, arrivano nella Contea alla ricerca di Bilbo e dell'anello, ma non trovandoli, cominciano a dare la caccia a Frodo e ai suoi amici. Per Frodo è l'inizio di un nuovo percorso, consapevole che per sconfiggere Sauron il malvagio deve distruggere l'anello, gettandolo nella lava del Monte Fato, dove il Signore Oscuro forgiò l'anello originariamente. Così la mitica Compagnia dell'Anello, composta da Frodo, altri hobbit, nani, elfi e umani, attraverserà foreste incantate, affronterà draghi e creature mostruose, lotterà contro il male, riuscendo finalmente a distruggere l'unico anello e a sconfiggere Sauron.
L'anello è al centro della vicenda di Bilbo e Frodo. L'anello del potere e del male che corrompe coloro che lo indossano, anche le creature più pure che si ritrovano quindi coinvolte nella lotta tra il bene e il male. L'obiettivo è quello di distruggere l'anello senza farsi contaminare da esso.
Le simpatie verso Tolkien sono sempre state trasversali; per esempio nel 1977, in occasione del primo "Campo hobbit" tenuto presso Montesarchio, organizzato dai gruppi della destra politica, viene battezzato il gruppo musicale "Compagnia dell'Anello" (ex Gruppo Padovano di Protesta Nazionale) ispirandosi a Tolkien, considerato uno scrittore di riferimento.
Ma provate a parlarne anche ai "capelloni" che hanno animato la controcultura statunitense degli anni Sessanta, e vi diranno che consideravano "Il Signore degli Anelli" un testo sacro. Lo scrittore Theodore Roszak non a caso raccontò di «hippies attorno ai trent'anni che portano distintivi con scritto "Frodo vive" e arredano i loro appartamenti con mappe della Terra di Mezzo». Anche un editore come Rusconi non aveva potuto fare a meno di apporre, su una ristampa del 1977, una fascetta con la dicitura "la bibbia degli hippies".
Ancora sul versante "destro" non sono mancati gli approfondimenti su "Il Signore degli Anelli", che Marco Tarchi descrisse con questa lettura singolarmente bipartisan: «Il breviario dei ribelli, dei disperati, degli emarginati, che in esso ritrovano un'"altra dimensione" dell'esperienza intellettuale, capace di fondere l'elemento mitico e i richiami dell'attualità. Delusi dalle contraddizioni del progresso, giovani di destra e di sinistra, anarchici d'ogni segno, contestatori, vi trovano una profonda aspirazione ideale al cambiamento, alla costruzione di un mondo diverso».
L'assorbimento dei testi di Tolkien ancor oggi stimola la costruzione di altra realtà, che varia a seconda del punto di osservazione del lettore.
Per noi resterà sempre un punto di riferimento, soprattutto per aver dato giusto risalto all'idea della comunità, della sua missione e dell'ancoraggio ai valori antichi della persona.
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