EXCALIBUR 162 - dicembre 2023
nello Speciale...

La seconda battaglia di El Alamein

carristi italiani
Carristi italiani
La Seconda battaglia fu quella di Alam Halfa Ridge, che cominciò il 26 agosto. I comandi dell'Asse sapevano del grande convoglio alleato con 100 mila tonnellate di armi, carri, attrezzature e provviste e diventava urgente riprendere l'offensiva. Intanto un Churchill furibondo aveva esonerato Auchinleck dando il comando dell'8ª Armata al Gen. Sir Bernard Montgomery. Il XXI Corpo italiano teneva la linea al nord con la 164ª tedesca, la Trento e la Bologna. Il sud era presidiato dal X Corpo italiano con la Brescia e la 288ª Brigata paracadutisti di Ramcke, mentre la Divisione paracadutisti Folgore copriva il meridione fino a Naqb abu Dweis.
La riserva ravvicinata era costituita «dal potente XX Corpo di De Stefani contenente le divisioni corazzate Ariete e Littorio e la divisione motorizzata Trieste» (Ken Ford).
Dietro stava l'Africa Corps del Gen. Nehring con le 15ª e 21ª Panzer, mentre la 90ª si stava ricostituendo dopo le perdite. La riserva più lontana, invece, era costituita dalla 136ª Divisione corazzata "Giovani Fascisti", elevata a livello di divisione per ordine di Mussolini. Fu mandata a presidio nel sud, nella grande oasi di Siwa, alla fine della Depressione di El Qattara.
Per quanto ne siamo a conoscenza, pochi storici hanno indagato il motivo per cui questa divisione, in fase di costituzione, fosse stata dislocata laggiù, ma forse la risposta è che anche a Bir el Gobi nel dicembre 1941 quei ragazzi erano riusciti a bloccare l'aggiramento dell'armata italotedesca in una fase critica.
C'erano circa 300 chilometri da El Alamein a Siwa, ma nel deserto ritirate e avanzate per centinaia di chilometri, con automezzi e carri, erano già avvenute. Comunque la divisione era ufficialmente la Riserva d'armata della A.C.I.T. ed era stata rinforzata con altri cannoni controcarro da 47/32, mortai da 81 mm. mod. 35 oltre a decine di mitragliere e fuciloni controcarro, nonché con l'8º Reggimento di magnifici Bersaglieri, con il 136ª Reggimento d'artiglieria motorizzata, reparti del Genio militare, Sanità e CC.RR.. Non parteciparono alla battaglia, ma si sarebbero coperti di gloria negli scontri della ritirata e in Tunisia.
La nuova battaglia aveva lo scopo di spezzare la resistenza britannica prima che arrivassero i rifornimenti. La chiave della battaglia era intorno ad Alam Halfa e Montgomery lo comprese subito, rafforzandola con truppe, cannoni e reparti corazzati, con il suo XXX Corpo in riserva, al quale aveva assegnato 3 Divisioni dei Dominions britannici.
L'attacco di Rommel del 31 agosto cominciò male, perché l'Africa Corps trovò distese di 150 mila mine in profondità che lo bloccarono insieme a un violento fuoco di artiglierie. Alla fine della giornata nessun obiettivo era stato raggiunto e il feldmaresciallo fu costretto a modificare il suo piano. Assegnò all'Africa Corps Quota 132 e al XX Corpo Quota 102. Ma nessuna divisione italiana del XX riuscì a passare a causa delle mine, mentre l'Africa Corps, senza rendersi conto, si stava spingendo verso la zona che Montgomery sperava. Infatti, proprio lì aveva disposto forti raggruppamenti di artiglieria e fatto interrare i carri della 22ª brigata corazzata per evitare ai carri lo scontro aperto.
Nessuna manovra diversiva dei carri italotedeschi riuscì a sfondare le barriere, l'Ariete e la Littorio continuavano a essere bloccate dalle mine e dal fuoco di sbarramento delle artiglierie. Solo la Trieste fece progressi, ma alla fine anch'essa fu fermata dai cannoni. L'aviazione inglese aveva a quel punto conseguito la superiorità aerea, compiendo 372 incursioni. Alla Raf si era affiancata la Usaaf, che a sua volta aveva compiuto 111 incursioni sui carri nemici. Da parte inglese soffrirono nell'attacco soltanto la divisione neozelandese e la 132ª Brigata, registrando un totale di 1.750 perdite tra caduti e feriti, contro quelle italotedesche ben maggiori: gli Italiani persero 1.051 uomini e 11 carri, i Tedeschi 1.859 uomini e 38 panzer, contro i 67 carri britannici. Nei combattimenti aerei gli Alleati persero 68 aerei, gli Italiani 5 e 36 i Tedeschi. La battaglia fini il 3 settembre 1942.
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