EXCALIBUR 163 - gennaio 2024
in questo numero

Ma l'ex magazzino del sale di Cagliari non è opera di Pier Luigi Nervi

Storia della fine di un mito riguardante una importante costruzione di Cagliari

di Antonello Angioni
Cagliari, ex magazzino del sale
Cagliari, ex magazzino del sale
Non vi è dubbio che il recupero delle testimonianze del passato produttivo di una comunità rivesta sempre maggiore interesse non solo per gli esperti di storia economica, ma anche per quanti si occupano di architettura, ingegneria, urbanistica e scienze sociali. In particolare, lo studio dell'archeologia industriale consente di approfondire diversi ambiti disciplinari e spiega tante relazioni che consentono di illuminare il nostro presente. Tutto ciò a patto che lo studio sia critico, rigoroso e non ancorato, come talvolta accade, a miti privi di fondamento.
Animati da questo spirito, cerchiamo di ricostruire le vicende relative all'ex magazzino del sale: l'hangar, comunemente chiamato "Padiglione Nervi", realizzato a Cagliari per l'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, tra il 1952 e il 1954, in prossimità del canale di San Bartolomeo, nell'attuale via Pessagno. Si tratta di una struttura di notevoli dimensioni (50 x 28 metri per 16 metri di altezza) a suo tempo destinata allo stoccaggio del sale prodotto nella "Salina La Palma", in attività nei pressi dello stagno di Molentargius sino al 1985. Per completezza si fa presente che il capannone, in taluni scritti, è chiamato anche "Palafitta".
Va detto che il padiglione, benché ultimato nel 1954, poté entrare in funzione solo nel 1957 in quanto la prova di carico, richiesta dal collaudatore Ing. Perfetti e affidata alla ditta olandese Icos, che caricò 14 mila tonnellate di sale, provocò il cedimento della pavimentazione, per cui si rese necessario lo svuotamento della costruzione e la palificazione dello spazio interno al fine di incrementare la portata del pavimento. Infatti, inizialmente la struttura di fondazione era stata realizzata su pali tradizionali posizionati solo sulla parte perimetrale del capannone.
Come detto, tale struttura - sulla base di una consuetudine priva di riscontri documentari - viene chiamata "Padiglione Nervi", essendo simile, avuto riguardo all'aspetto strutturale e alla tecnologia utilizzata, all'hangar realizzato, negli anni Trenta del secolo scorso, dall'Ingegner Pier Luigi Nervi per le saline di Margherita di Savoia. Si è addirittura affermato che l'hangar presente a Cagliari sarebbe stato progettato e costruito dall'impresa edile facente capo all'Ingegner Nervi.
Tuttavia, dall'esame delle carte d'archivio, risulta che i lavori furono effettuati - sotto la direzione dell'Ingegner Buonamici - dall'impresa Pietro Cidonio S.p.A., che si era aggiudicata l'appalto concorso bandito dall'Azienda Autonoma dei Monopoli di Stato. Si trattava di una delle maggiori imprese operanti a livello nazionale, specializzata nella costruzione di dighe e opere marittime. La stessa faceva capo al politico Romiti e vedeva nella compagine azionaria anche la presenza di un nipote di Papa Pacelli.
Nelle tavole storiche del progetto, in possesso dell'Autorità Portuale di Cagliari (che ha ottenuto il trasferimento della proprietà del capannone, a titolo gratuito, in base alla legge 30 dicembre 2000, n. 388, contenente "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato"), non vi è alcuna firma che possa confermare la paternità del noto ingegnere. Più in generale, in nessuno degli elaborati di progetto sinora esaminati da diversi studiosi vi è la firma dell'Ingegner Pier Luigi Nervi, il quale, all'epoca della progettazione del "Magazzino del Sale" di Cagliari, tra l'altro, era impegnato nella costruzione della Manifattura Tabacchi di Bologna.
In particolare, nell'elenco di consistenza del materiale versato dall'Archivio delle Saline di Stato all'Archivio di Stato di Cagliari non vi è alcuna menzione specifica dell'Ingegner Pier Luigi Nervi, come pure nell'Archivio dello Studio Nervi, donato dalla famiglia all'Università degli Studi di Parma, sono presenti documenti riguardanti l'ex "Magazzino del Sale" di Cagliari. Tuttavia, poiché lo stesso (anche come bene di "archeologia industriale") racchiude un'importante storia di lavoro e imprenditoriale che andrebbe adeguatamente conosciuta e valorizzata, sarebbe bene operare un chiaro richiamo alla funzione economica alla quale la struttura era adibita anziché utilizzare una denominazione priva di qualsiasi riscontro storico e documentario.
Nel 2004, l'Architetto Aldo Lino - per conto della Soprintendenza ai Beni Culturali di Cagliari - ha effettuato una ricognizione completa, raccogliendo anche diverse testimonianze di persone a vario titolo a conoscenza dei fatti, al fine di individuare la paternità dell'opera. Tuttavia, nonostante ciò, nessuna prova che consenta l'attribuzione dell'opera a Nervi è stata acquisita.
Ad esempio, l'Ingegner Giuseppe Greco (direttore delle Saline di Cagliari dal 1972 sino alla fine degli anni Ottanta) ha dichiarato all'Architetto Lino di non aver mai visto alcun documento che confermasse il coinvolgimento di Nervi. Alla fine degli anni Settanta, il capannone venne dismesso in quanto il citato direttore preferì organizzare il carico diretto del sale con l'utilizzo di camion che viaggiavano dalle saline alle navi: sistema ritenuto più razionale per ragioni tecniche ed economiche (tra l'altro i sistemi elettrici dell'hangar erano spesso in avaria).
Il nipote di Nervi, l'Ingegner Pier Luigi Nervi jr., ha dichiarato di non aver trovato nessun progetto di opere realizzate a Cagliari allorché (nel 1979) riordinò l'archivio dello studio. Il fratello di Nervi, Vittorio, oltre a confermare quanto precede, ha precisato che lo Studio Nervi era nato nella metà degli anni Cinquanta e che, prima di allora, esisteva solo l'impresa di costruzioni "Nervi & Bartoli". Aggiungiamo che questa impresa operava dal 1932 (mentre in precedenza, dal 1923, era in attività la "Società per Costruzioni Ing. Nervi e Nebbiosi").
Come detto, nei primi anni Cinquanta, Pier Luigi Nervi (col fratello Antonio) era assai impegnato nella costruzione della Manifattura Tabacchi di Bologna. Vittorio Nervi ritiene possibile che i Monopoli di Stato abbiano richiesto al fratello Pier Luigi di lavorare anche a Cagliari e che, avendo quest'ultimo declinato l'invito, si siano fatti dare il permesso di far costruire l'opera da altri, secondo un suo vecchio progetto (forse quello utilizzato per Margherita di Savoia). Ovviamente si tratta di una supposizione.
Inoltre Vittorio Nervi, dopo aver sentito che il capannone di Cagliari, oltre che carente avuto riguardo alla progettazione, era di fattura scadente (tra l'altro per l'impasto del cemento venne utilizzata sabbia di mare), ha assicurato che nessun rapporto può esserci stato con l'Ingegner Pier Luigi Nervi (né come professionista né come impresa) in quanto, nel lavoro del fratello, la qualità dell'esecuzione rappresentava una costante fondamentale. Lo stesso, pur di ottenerla, non badava ai conti economici. Tali informazioni sono presenti anche nella tesi di laurea magistrale di Alessandro Melis dal titolo "Recupero delle archeologie industriali: il padiglione del sale di Cagliari" (Politecnico di Torino, Anno Accademico 2019-2020).
In conclusione - a fronte delle diverse ricerche svolte presso l'Autorità Portuale di Cagliari, il Genio Civile Opere Marittime, gli Assessorati all'Urbanistica e ai Lavori Pubblici del Comune di Cagliari, l'Archivio di Stato di Cagliari (che ha acquisito l'Archivio delle Saline di Stato), l'Archivio Centrale dello Stato, l'Archivio dell'Amministrazione dei Monopoli di Stato e l'Archivio dello Studio Nervi custodito presso l'Università degli Studi di Parma - non è stato reperito alcun documento che conforti l'ipotesi del coinvolgimento dell'Ingegner Pier Luigi Nervi nella progettazione, nell'esecuzione e nella direzione dei lavori di costruzione dell'ex magazzino del sale di Cagliari.
A tale conclusione sono giunti anche due attenti studiosi: il Professor Stefano Pira e l'Architetto Franco Masala (vedere interviste rilasciate su "L'Unione Sarda" del 2 febbraio 2022). Il primo ha dichiarato che «non è stato trovato alcun documento che dimostri in modo certo che l'edificio, destinato com'era allo stoccaggio del sale delle saline di Molentargius prima dell'imbarco, sia stato realizzato da Pier Luigi Nervi, architetto di fama mondiale, e neppure dal suo studio». Il secondo ha evidenziato che «l'aver fatto entrare nell'uso comune nomi (quali "Padiglione Nervi", n.d.r.) che non poggiano su un'adeguata base storica costituisce una evidente forzatura».
Forse sarebbe il caso di prendere atto di tali concordanti conclusioni e smettere di alimentare miti privi di qualsiasi fondamento.
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